A Rovereto, il candidato Sindaco per il centrodestra Andrea Zambelli è intervenuto sulla questione Valdastico nel corso della sua presentazione alla cittadinanza, esponendo a suo dire una posizione “improntata al realismo e all’onestà nei confronti degli elettori“.
“I miei convincimento non mutano a seguito della pubblicazione da parte del PD provinciale di uno degli studi di fattibilità, anzi ribadisco, a nome dell’intera coalizione, che ho sostenuto per prima cosa che tale questione è sovraordinata rispetto alle competenze del Comune” sostiene Zambelli, asserendo che il via libera all’esecuzione trovi origine nell’accordo firmato dal Ministro Delrio col centrosinistra al governo del Trentino, per non parlare della scelta del corridoio d’uscita sulla Valle dell’Adige, avvenuta al tavolo guidato dal Ministro delle Infrastrutture De Micheli. “Tutti esponenti di spicco del PD!“.
“Occorre però alzare lo sguardo per sgombrare il campo da pregiudizi ideologici rispetto al tema dello sviluppo delle infrastrutture in generale” sostiene Zambelli. “Se governate bene, esse portano crescita, lavoro, benessere economico e quindi sociale, in particolare in Vallagarina che da troppi anni affonda in una crisi che stenta a vedere la fine e che l’ha progressivamente impoverita“.
“Ciò, data anche la piega populista assunta dal PD e dai suoi alleati, che si limitano ad agitare spauracchi senza fornire soluzioni, non è affatto scontato” aggiunge il candidato Sindaco del centrodestra. “La questione Valdastico deve essere valutata pragmaticamente in termini di costi e benefici: se gli studi di fattibilità sconsigliassero l’uscita a Serravalle o anche solo gettassero ombre concrete sulla garanzia del mantenimento dell’equilibrio ambientale e della tenuta del sistema idrogeologico, il Comune di Rovereto dovrebbe manifestare tutta la propria contrarietà con ogni strumento, istituzionale e politico, a sua disposizione“.
“Lo studio di cui il PD è entrato in possa è stato però veicolato in modo incompleto e quindi scorretto e interessato sotto il profilo elettorale, con lo scopo di disorientare la cittadinanza” attacca Zambelli. “Mi risulta infatti che le proposte di uscita siano almeno quattro mentre si è data visibilità esclusiva a quella che interessa Rovereto, prevista però a Serravalle di Ala e non a Marco; in secondo luogo si tratta di un progetto di fattibilità che, per sua natura, è volto a verificare la sostenibilità di un’idea progettuale e quindi non costituisce l’espressione di una volontà politica di realizzarla“.
“Volendo beneficiare del dubbio sulla buona fede dei divulgatori, se le criticità sulla tenuta del sistema dovessero essere confermate, l’ipotesi di uscita a Sud di Rovereto sarebbe irricevibile” prosegue il candidato. “Non ho dubbi sul fatto che nemmeno il governo provinciale intenda mettere a repentaglio l’equilibrio esistente in assenza di solide garanzie progettuali. Non intendo però rincorrere gli avvelenatori di pozzi disposti a immiserire il dibattito politico per qualche voto: preferisco piuttosto rivolgermi alla cittadinanza attraverso la verità, ovvero che il Comune ha pochi strumenti per incidere sulla scelta del corridoio di uscita di una grande opera concordata a livello europeo, che le possibilità si limitano solo alla scelta dell’uscita ma non incidono sull’esecuzione dell’opera e che tutti i passaggi decisionali assunti e quelli da assumere portano anzitutto il marchio del Partito Democratico“.
“Al PD, che per lunghi anni ha governato una città sempre più abbandonata a se stessa e il Trentino gestendo per decenni il progetto Valdastico fino al suo via libera, chiedo di assumersi la responsabilità di indicare delle soluzioni, invece di attribuirsi il ruolo di ‘partito del no‘ che alimenta i malumori anziché darvi risposta o, peggio ancora, li istiga in modo populista. La politica non può essere solo movimentismo o amplificazione pianificata di ‘mal di pancia‘, ma deve essere soprattutto la capacità di fornire risposte. Nel caso del PD e dei suoi sodali, le risposte latitano” conclude Zambelli.