Esteri

La soluzione della Corea del Nord per combattere il Coronavirus: uccidere i malati

La Corea del Nord è tornata al centro delle polemiche mondiali anche durante il periodo di maggior apprensione legata al Coronavirus. Secondo quanto riporta il The Sun, noto tabloid inglese, sembra che la soluzione dello stato asiatico per arginare il contagio sia stata quella di uccidere tutti gli affetti.

Stripes, magazine che parla di politica internazionale e geopolitica.

Tutto sarebbe iniziato quando un uomo, affetto dal virus, avrebbe violato la quarantena per andare in un bagno pubblico. A quel punto Kim Jong-un avrebbe ordinato di arrestarlo e giustiziarlo immediatamente. Il paziente non sarebbe stato un comune cittadino bensì – come sostiene Don-a Ilbo, quotidiano sud-coreano – un ufficiale governativo, posto in isolamento dopo essere stato in Cina. 

La Corea del Nord ha una situazione semplice: isolata per via delle sanzioni non puo’ procurarsi molti materiali sanitari; non ha protocolli terapeutici ed i malati vengono posti in isolamento e curati come per banali influenze; vi sono notizie di fughe di cittadini verso il confine punibili con la pena di morte; i malati presunti sono scomparsi dalle statistiche; e’ vietato parlare di possibili contagi da Coronavirus pena un arresto; la quarantena non e’ fiduciaria ma imposta, per tutti i turisti arrivati dal 20 gennaio in poi. Lo stesso presidente erede ha annullato ogni sua presenza o pubblico evento. Il numero dei contagiati resta ufficialmente a zero. La notizia di una condanna recente serpeggia anche in Corea del Sud. E’ al momento impossibile saperne di piu’.

Kim Jong-un avrebbe imposto una gestione militarizzata della sanità, al punto che al momento non risulta alcun caso confermato di Coronavirus nonostante la vicina Corea del Sud sia il secondo paese al mondo per numero di contagiati.

La Corea del Nord avrebbe intanto isolato e messo in quarantena tutti coloro che sono stati in Cina, compreso un ufficiale che stava cercando di nascondere i viaggi nel paese asiatico e che è stato punito con l’esilio in una fattoria nord-coreana. Le autorità di Pyongyang annunciano che la quarantena prevista per chi è stato in Cina durerà 30 giorni, ovvero il doppio rispetto a quanto raccomandato dall’OMS.

Le autorità nordcoreane si aspettano “obbedienza incondizionata” da parte di tutti gli stranieri residenti in Corea del Nord, così come dalle istituzioni governative. Kim nel frattempo ha chiuso il confine con la Cina, limitando anche voli, treni e passaggi stradali verso gli altri paesi. Resta attivo il confine tra Nord e Sud della Corea, anche se i controlli sono stati intensificati e pochissimi lo stanno attraversando in queti giorni.

Il Sun dichiara che decine di migliaia di lavoratori nordcoreani erano in Cina per lavoro prima dell’ordine delle Nazioni Unite di bloccare le attività cinesi a dicembre, ma è assolutamente ignoto il numero dei lavoratori rientrati nel proprio paese d’origine. Fonti sudcoreane affermano che sono stati registrati molteplici casi e alcune vittime del Coronavirus in Corea del Nord, mentre le fonti governative del regime smentiscono categoricamente.

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