
Zona rossa in tutta la Lombardia e 14 province del Nord, il decreto sul tavolo di Conte diventa definitivo. Queste le disposizioni indicate nel nuovo decreto del Governo dopo il numero (raddoppiato: +1.145) di casi di contagio di coronavirus di oggi. Le ha annunciate Conte in conferenza stampa, terminata dopo le due e mezza di stanotte.
Per Conte, la “pubblicazione della bozza (che girava già dal primo pomeriggio) è inaccettabile, poiché ha creato incertezza e confusione”. Si vedano le immagini dei pendolari che si accalcano nelle stazioni di Milano – per lo più lavoratori e pendolari fuori sede – per rientrare, di fretta e furia, nelle regioni del Sud.

da Milano.
Il decreto, ha fatto sapere Conte alla stampa, “ora è stato elaborato e verrà pubblicato tra qualche ora ed entrerà in vigore“. Conte conferma poi i vincoli per le “zone rosse”. Anche se definirle zone rosse non è appropriato e sarebbe più idoneo considerarle zone a rischio, poiché dobbiamo tutti “seguire le linee guida facendo sacrifici, per proteggere le persone a noi più care, specialmente le persone più anziane”. “D’ora in poi – ha ribadito – chi avrà febbre da più di 37,5 gradi centigradi e infezioni respiratorie è fortemente raccomandato di restar presso proprio domicilio, a prescindere che siano positivi o no“.
Il Premier ha poi ricordato come siano già pronte “le misure economiche a cui continueremo a lavorare anche col contributo delle forze d’opposizione”. E rispondendo su come verranno effettuati i controlli Conte ha chiarito che “la Polizia sarà legittimata a fermare i cittadini per chiedere le motivazioni dello spostamento”.
Stop a “ritrovi sociali e festicciole, occorre limitazione degli spostamenti.” Rispetto alla bozza diffusa, sono state aggiunge anche le province di Verbano Cusio Ossola, Novara, e Vercelli tra le zone a rischio, dove non si potrà entrare e uscire se non per motivi di lavoro e gravi motivi e le scuole resteranno chiuse fino al 3 aprile. Stop anche ai funerali e a tutti gli eventi pubblici.
Chiuse anche altre 11 province, compresa gran parte dell’alta Emilia-Romagna.

