Salute

Coronavirus. L’Italia è “zona rossa”: come combattere il contagio

Dal 10 marzo al 3 aprile 2020, l’Italia è zona rossa per quanto riguarda l’emergenza Coronavirus. Queste le disposizioni adottate dal Governo Conte visto l’aumento esponenziale di contagi nelle scorse ore, con una conseguente tensione relativa alla stabilità dello stesso sistema sanitario.

Il decreto promulgato ieri notte prevede l’estensione sull’intero territorio nazionale delle disposizioni previste l’8 marzo per la Lombardia e le Province ritenute “zona arancione”. Si chiede dunque di evitare ogni spostamento eccetto per esigenze lavorative o situazioni di necessità, di restare a casa qualora vi siano sintomi di febbre superiore a 37,5°C o di infezione respiratoria, di non muoversi da casa se si è sottoposti a quarantena, di sospendere tutti gli eventi e le competizioni sportive mantenendo solo le sedute di allenamento degli atleti professionisti o dilettanti purché impegnati nella preparazione delle Olimpiadi, di promuovere la fruizione dei periodi di congedo ordinario e ferie, di chiudere gli impianti sciistici, di sospendere le manifestazioni di ogni ordine e grado, di sospendere i servizi educativi e le attività didattiche di ogni ordine e grado, di aprire luoghi di culto solo se adottate misure per evitare assembramenti, di chiudere i musei e i luoghi della cultura, di sospendere le procedure concorsuali pubbliche e private, di consentire la ristorazione solo negli orari compresi tra le 6.00 e le 18.00, di consentire attività commerciali diverse da quelle ristorative di esercitare purché si evitino assembramenti, di sospendere i congedi del personale sanitario, di adottare modalità di collegamento da remoto per riunioni di qualsiasi tipo, di chiudere le strutture di vendita medio-grandi nelle giornate festive e prefestive, di chiudere le palestre e le altre strutture di fitness e di sospendere gli esami di idoneità alla guida.

Dunque, una vita sociale completamente azzerata e misure molto stringenti per cercare di evitare quanto più possibile il contagio. Il decreto – ribattezzato #iorestoacasa – va comunque integrato con alcuni accorgimenti quotidiani.

Come una sorta di FAQFrequently Asked Questions, domande ricorrenti – è stata un’infografica, della quale si riporta il contenuto in pillole: 1) si deve stare ad almeno un metro di distanza dalle altre persone; 2) se si ha la febbre sopra a 37,5°C NON si deve andare al Pronto Soccorso ma si deve chiamare il medico di base restando a casa; 3) Non si può uscire dal proprio Comune, se non per motivi sanitari o lavorativi previa autocertificazione; 4) anziani e persone immunodepresse devono assolutamente restare a casa; 5) nel proprio comune ci si può spostare sia per fare la spesa che per fare una passeggiata, purché si eviti assembramento e si mantengano le distanze di sicurezza di un metro; 6) i corrieri merci possono circolare anche per garantire a tutti i generi di prima necessità, dal momento che gli alimentari verranno mantenuti aperti mentre i centri commerciali saranno chiusi il sabato e la domenica; 7) spostamenti per andare al pranzo della domenica dai parenti fuori dal proprio comune non sono consentiti, mentre sono consentiti quelli per accudire gli anziani anche se si ricorda che sono proprio loro le persone più a rischio in caso di contagio.

Qui di seguito l’infografica in maniera più specifica. Si ricorda comunque che sono poche norme da seguire secondo la linea interpretativa del restare a casa il più a lungo possibile. Norme previste per un periodo di media durata, nella speranza di riuscire ad arginare il contagio.

Secolo Trentino