“In un momento speciale come il presente la Protezione civile ha bisogno di rapidità, non siamo dei burocrati”, così si è espresso il capo della Protezione civile, Angelo Borelli, intervistato da Repubblica. A fronte dei 63mila ammalati complessivamente censiti in Italia, il numero uno del dipartimento spiega che il rapporto di un malato certificato ogni dieci non censiti ‘e’ credibile’. E insiste sull’ urgenza di trovare apparecchiature per la terapia intensiva e mascherine: deve partire la produzione nazionale, prima possibile, dice.
Frasi pronunciate pochi giorni dopo l’allarme lanciato dai medici di base al Corriere della Sera. A Milano potrebbero esserci infatti “una marea” di pazienti COvid-19 sconosciuti.
“Se i pazienti non arrivano a una crisi respiratoria grave non entrano in ospedale e così non saranno mai registrati. Ma hanno il coronavirus, questo è certo” spiega un medico. “Stanno nelle loro case, con le loro famiglie che stanno infettando. Il numero vero non lo sapremo mai” sottolinea un altro. Noi li sentiamo al telefono, sono tanti”. Certezze epidemiologiche, in assenza di tamponi, ovviamente non possono esserci, ma la percezione di chi riceve ogni giorno diverse telefonate di persone con febbre alta e tosse è questa. “Là fuori, in città, esiste un numero enorme di malati di coronavirus che se la sfangheranno da soli”.