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Covid-19. Pieni poteri a Orban? Per il PD “punire tutto il popolo ungherese”

Una delle notizie che ha caratterizzato maggiormente l'opinione mediatica internazionale degli ultimi giorni è stata senz'altro quella relativa al Primo Ministro dell'Ungheria, Viktor Orban, che per fronteggiare l'emergenza di covid-19 ha assunto i "pieni poteri" della nazione.

Una delle notizie che ha caratterizzato maggiormente l’opinione mediatica internazionale degli ultimi giorni è stata senz’altro quella relativa al Primo Ministro dell’Ungheria, Viktor Orban, che per fronteggiare l’emergenza di covid-19 ha assunto i “pieni poteri” della nazione.

Tale avvenimento ha diviso l’opinione pubblica anche in Italia con molti esponenti di spicco della politica (Matteo Renzi su tutti) che hanno immediatamente gridato allo scandalo, chiedendo a gran voce l’esclusione dell’Ungheria dall’Unione Europea. Al coro del leader di Italia Viva si è unita anche la deputata del PD, Lia Quartapelle, che attraverso un duro post su Twitter ha condannato la votazione del parlamento ungherese, criticando aspramente l’assunzione dei “pieni poteri” da parte di Orban.

“Orban in Ungheria assume pieni poteri. L’Europa agisca per difendere la democrazia. Siamo una comunità che si riconosce nello stato di diritto e nella libertà. Con questa decisione Orban si chiama fuori. No ad aiuti europei all’Ungheria contro il coronavirus.” ha twittato la deputata del Partito Democratico.

Stando alle parole di Lia Quartapelle, la soluzione per fronteggiare la presunta “illegittima presa di potere” di Victor Orban sarebbe quella di punire tutta la (incolpevole) popolazione ungherese negando loro gli aiuti necessari per contrastare il pericoloso coronavirus

Nonostante i vari proclami su come, contro il coronavirus, non vi debbano essere colori politici ma sia necessario rimanere uniti come nazione e come comunità europea per uscire da questa difficile situazione, per il PD (e Lia Quartapelle) la soluzione sarebbe punire l’intero popolo ungherese, in una sorta di “punirne cento per educarne uno”.

Secolo Trentino