Il richiamo all’unità, sia essa d’intenti o di azione, è argomentazione corretta e necessaria in un momento dove non devono esistere contrasti, divisioni o frazioni; in un momento in cui l’obiettivo comune deve essere la repressione di una “brutta bestia” che ci ha fatto cambiare la prospettiva a breve e, purtroppo, a medio/lungo termine.
La brutta bestia di cui sto scrivendo è ovviamente il Covid-19, un virus che ha richiamato in primis le personalità politiche a fare fronte comune, a lavorare assieme (maggioranza ed opposizione, ad ogni livello di governo) per trovare soluzioni, atteggiamenti che ci facciano se non dimenticare, almeno affievolire la memoria di questi difficili giorni. Non può però questo essere il solo atteggiamento della Politica, deve essere quello di tutti, di ognuno di noi.
Duole invece constatare come una parte fondamentale, non tutta, dell’informazione questo lo stia “disattendendo”, senza rendersi conto (o forse proprio consciamente) dei “danni” che inchiostro su carta per vendere un po’ di più, sta creando.
Nello specifico, senza fare di tutta l’erba un fascio, mi riferisco ai titoli in prima pagina di alcuni quotidiani cartacei, di alcuni giornali online e di alcune emittenti televisive/radiofoniche di oggi.
Leggendo, guardando, ascoltando questa mattina ci siamo trovati con ben 5 comuni trentini “blindati” o addirittura con misure da “zona rossa”.
Assurdo, come assurda è la scelta egoistica di titoli del genere per un click in più, una copia venduta superiore a quella di ieri, un audience maggiore.
Proprio in questi momenti dove i mass media dovrebbero essere al fianco di sanità, di amministratori per trasmettere i messaggi veri, corretti, troviamo oggi (non su tutti si intende) richiami e titoli che colpiscono l’opinione pubblica già provata da questa situazione, in maniera negativa.
Vorrei veramente capire come da “intensificazione dei controlli delle forze dell’ordine” e/o “irrigidimento dei controlli” si sia arrivati a poter scrivere, addirittura solo pensare, di titolare con parole come “zona rossa” o “blindati”.
Solo per ricordare a chi si è preso la licenza di farlo che quei comuni sono composti di cittadini, di persone con sentimenti e con attività economiche dove le vostre parole battute su carta o pronunciate con poca delicatezza suonano come bombardate assordanti.
Lo stesso vale per i turisti di altre regioni, di altre nazioni, che da sempre vivono il nostro stupendo ed unico territorio e che non hanno, anche loro, altra possibilità di informarsi se non proprio da voi, dal vostro lavoro.
Mi ricorderete voi, a ragione, che l’articolo 21 della Costituzione sancisce che “la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”; questo però dovrebbe responsabilizzare chi, ripeto, con “leggerezza”, si è lasciato prendere la mano con titoli non corretti e non corrispondenti alla realtà.
Avete, non tutti, lo sottolineo, provocato un boomerang socio-economico senza precedenti di cui nessuno potrà chiedervi conto, forse lo capireste meglio se tutte le persone che ho sentito io, ma non solo io, oggi vi scrivessero; la leggerezza è meglio utilizzarla in altri campi, magari in cucina.
Il nostro stupendo Trentino, le nostre uniche valli e montagne, torneranno ad essere popolate, scoperte e vissute. Tutto questo grazie proprio all’impegno di quelle genti che hanno investito, sacrificato e lavorato nel passato e continueranno a farlo nel futuro, anche se amareggiate di essere state definite “blindate” o residenti in “zone rosse”. Da noi in Fassa l’unica cosa che tende al rosso è l’Enrosadira, lo stupendo colore che le Dolomiti Patrimonio dell’Umanità assumono all’alba ed al tramonto.
Firmato padre di famiglia, commerciante e ultimo ma non ultimo Consigliere provinciale ladino, fiero della Comunità che rappresenta e di come questa, non solo ora, si stia comportando.
Proprio in forza del precedentemente citato articolo della Costituzione spero di poter trovare spazio sui vostri canali di informazione: “tutti hanno il diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzo di diffusione”.
Luca Guglielmi
RISPOSTA:
Gentile Signor Guglielmi,
anche la nostra testata ha scritto (per mia mano) la parola “blindati”, una bella parola che ha un significato protettivo e rassicurante, e pur rendendomi conto che per Lei che vive lì o presumo nei dintorni è un dolore, si renda conto che invece per tutto il resto del mondo capire questo concetto (oltre che prestare empatia) genera compiacimento, in quanto significa che il Presidente Maurizio Fugatti sta occupandosi con premura delle aree colpite. Ed è quanto sta effettivamente accadendo.
Non ha alcun senso quando Lei sostiene che vi sia leggerezza, c’è maturità. Che non si può pretendere da tutti, ma che è dovuta. Non solo i milioni di euro di oggi, il problema, ma i miliardi di euro di domani, se non si eradica la malattia in tempo utile per la ripresa. La speranza è sempre davanti a noi tutti.
Spero che la mia risposta Le sia formalmente più chiara.
Il medico pietoso fa marcire la ferita.
Un caro saluto. Martina Cecco la Direttrice di Secolo Trentino