Se nella gestione dell’epidemia c’è uno cui non si può fare il minimo appunto questi è Luca Zaia, governatore del Veneto. La sua condotta è stata irreprensibile. Sempre presente, sempre sul pezzo, deciso e capace di circondarsi di collaboratori seri e competenti.
Zaia ha capito subito la gravità della situazione quando ancora al governo pensavano si trattasse di “una specie di influenza”; quando politica e scienziati affermavano che non c’era pericolo, che si poteva stare tranquilli; quando certi imprenditori, anteponendo il loro interesse alla salute dei cittadini, spingevano per lasciare tutto aperto; quando Zingaretti per farsi veder bello andava a bere l’aperitivo nella “movida” milanese salvo poi beccarsi il virus.
Zaia è sempre stato un passo avanti agli altri.
Neanche se la sentisse, la scorsa estate aveva deciso di assumere 500 giovani neo-laureati per sopperire alla mancanza di medici negli ospedali. Apriti cielo! I soliti sapientoni, probabilmente gli stessi che sono responsabili della mancata programmazione del numero di sanitari necessari al SSN, erano insorti tuonando che non si poteva, che era contro quello che aveva stabilito l’Europa. Adesso fra neo-medici e infermieri ne hanno dovuti assumer 20 mila senza tante storie.
Aveva chiesto di chiudere tutto ancora quando gli altri dicevano che era esagerato. Voleva la quarantena per tutti quelli che venivano dalla Cina, italiani o cinesi non importa. E’ per questo s’è beccato l’accusa di razzismo: “il solito leghista, fascista,razzista…”
La “zona rossa” che a Vo’ Euganeo ha funzionato lui voleva estenderla dappertutto. Poi il governo l’ha ascoltato. In ritardo. Della serie si chiude la stalla quando i buoi sono scappati.
Ogni giorno relaziona i Veneti di quello che sta facendo snocciolando cifre e dando conto di quanto sta facendo per contrastare il virus sia nel reperimento della strumentazione sia nella riorganizzazione emergenziale della rete ospedaliera.
Altro che Conte…A Roma ci voleva Zaia!