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Covid-19. Inchiesta rivela: “Software spia per tracciare i contagi”

Nelle ultime settimane si è molto discusso circa le modalità con cui l’app Immuni potrà accedere ai dati della popolazione e tracciarne gli spostamenti al fine di gestire al meglio l’emergenza coronavirus all’interno della “Fase 2”.

Ora, mentre in Italia divampano le polemiche, spunta un’inchiesta dell’agenzia di stampa britannica Reuters che ha gettato diverse ombre sulla gestione dei dati che un’app che traccia gli spostamenti delle persone comporterebbe. Dall’inchiesta infatti è emerso come per tracciare i contagi di covid-19, potrebbero essere utilizzati dei software spia che le forze dell’ordine solitamente utilizzano per condurre le loro indagini.

Stando a quanto riporta Reuters, notizia rilanciata anche da ANSA, l’azienda israeliana Cellebrite, divenuta famosa per essere stata incaricata dall’Fbi dell’hackeraggio dell’iPhone del killer di San Bernardino, sarebbe impegnata nella creazione di un sistema di tracking occulto per alcuni governi.

Nonostante solitamente le operazioni di tracking delle persone possano essere effettuate solamente previo consenso dell’utente, questa operazione potrebbe divenire legale, anche senza consenso, in casi come “violazione della quarantena o violazione di provvedimenti governativi”. Reuters per avvalorare la propria tesi ha citato anche una fonte anonima, interna all’azienda Cellebrite, che avrebbe dichiarato: “Non abbiamo bisogno della password del telefono per raccogliere i dati”.

Dal canto loro i vertici di Cellebrite non hanno voluto specificare con quali nazioni abbiano stretto accordi, affermando comunque di essere pronti ad installare i loro prodotti di sorveglianza in dodici paesi tra Europa, Asia e America Latina.

Sebbene in Italia sia stato chiarito più volte come l’app Immuni rispetterà tutte le norme nazionali ed internazionali in materia di privacy e di protezione dei dati, questa inchiesta porta alla luce numerose ombre sull’operato generale dei paesi di tutto il mondo in questo momento difficile. La speranza è che l’Italia possa rimanere fuori dai 12 paesi menzionati dal direttivo di Cellebrite e rispettare tutte le regole, altrimenti il nostro paese potrebbe diventare molto simile a quello raccontato da Orwell nel suo romanzo 1984.

Secolo Trentino