Lavoro

Società di comodo e infortunio sul lavoro da Covid-19: bene gli interventi dei parlamentari trentini

In queste ore i parlamentari eletti nelle circoscrizioni trentine Donatella Conzatti, Elena Testor e Andrea De Bertoldi hanno presentato una serie di atti ufficiali al Governo e dichiarazioni alle agenzie di stampa chiedendo di aggiustare alcune delle misure previste per contrastare l’emergenza da coronavirus. In particolare, anche raccogliendo le sollecitazioni di Confcommercio Trentino che ha con i rappresentanti delle due Camere un costante e proficuo rapporto, è stato chiesto di rivedere il principio per cui il contagio da coronavirus viene equiparato ad infortunio sul lavoro ed i provvedimenti sulle società di comodo.

La senatrice Donatella Conzatti, accogliendo una richiesta del presidente di Confcommercio Trentino Giovanni Bort, ha proposto un emendamento al Decreto Liquidità (già presentato nel corso della discussione sul Decreto Cura Italia, ma respinto), affinché per il periodo d’imposta corrente non vengano applicate per le società di comodo le disposizioni presenti all’articolo 30 della legge 23 dicembre 1994, n. 724 (mancato raggiungimento dei ricavi minimi e perdita sistemica).

La senatrice Elena Testor ha invece presentato un’interrogazione urgente per chiedere ai ministeri competenti di rivedere la classificazione del contagio da Covid-19 come infortunio sul lavoro. Una classificazione che penalizza fortemente le imprese e che rischia di costringere le aziende a decidere di non riaprire, pur essendo le circostanze favorevoli.

Alla senatrice Testor si è aggiunta la voce del senatore Andrea De Bertoldi che ha chiesto l’immediato annullamento della previsione normativa.

«Ringraziamo gli onorevoli Conzatti, De Bertoldi e Testor – commenta il presidente di Confcommercio Trentino Giovanni Bort – per la sensibilità e la loro pronta reazione alle sollecitazioni che gli abbiamo rappresentato per conto delle nostre imprese. Il dialogo con i rappresentati è costante e proficuo e questo si traduce in un filo diretto con le istituzioni romane».

IL PARERE DI CNA – Responsabilità dei datori di lavoro nel caso in cui un dipendente contragga il Coronavirus e difficoltà di acceso al credito per le aziende meno strutturate sono due spade di Damocle pesantissime per la ripartenza delle aziende del Nordest, in particolare le micro, piccole e medie imprese. A lanciare l’allarme è la CNA Nordest, i cui vertici si sono riuniti in videoconferenza per un confronto sui tempi e sulle modalità della ripartenza nei rispettivi territori.

“È indispensabile introdurre una misura legislativa che escluda la responsabilità degli imprenditori nel caso un dipendente contragga il Coronavirus. Lo prevede la direttiva europea datata 12 giugno 1989 che consente agli Stati di escludere la responsabilità dei datori di lavoro per atti dovuti a circostanze estranee, anormali, imprevedibili, eccezionali, le cui conseguenze non avrebbero potuto essere evitate nonostante tutta la diligenza possibile”, ha affermato Claudio Corrarati, portavoce di CNA Nordest e presidente di CNA Trentino Alto Adige, che ha aggiunto: “La Provincia di Bolzano, che con propria legge ha appena riaperto tutte le attività economiche fruttando l’Autonomia, e la Provincia di Trento, che ha analoghe competenze, facciano da apripista in Italia e nel Nordest recependo direttamente la direttiva europea del 1989 per alleggerire le imprese da questo rischio”.

“Le attività economiche non possono riprendere serenamente – ha affermato Nello Coppeto, presidente di CNA Friuli Venezia Giulia – lasciando artigiani e imprenditori nello stato di incertezza giuridica creato dal riconoscimento del contagio come infortunio sul lavoro anche per ambienti di lavoro non sanitari in base all’articolo 42 del Dl 18/20 Cura Italia”.

“Nessuno può essere chiamato – ha precisato Alessandro Conte, presidente di CNA Veneto – a rispondere di un rischio generico di salute del quale non può controllare la fonte. Gli imprenditori già fanno tutto il possibile per limitare il contagio, ma il quadro giuridico è inadatto, purtroppo, alla pandemia. E la nostra organizzazione sta sostenendo gli imprenditori nelle iniziative mirate a garantire la salute, in particolare applicando e rispettando i Protocolli condivisi di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento del virus Covid-19”.

CNA Nordest chiede al Governo, unitamente a CNA Nazionale, un intervento legislativo che consenta alle imprese di lavorare nel rispetto delle regole e senza temere un’attribuzione di responsabilità non dovuta.

Secolo Trentino