Su alcuni quotidiani e siti d’informazione da giorni si rincorrono insinuazioni di dubbi e perplessità riguardo il nome del candidato Sindaco di Trento della coalizione di Centrodestra, la stessa che nel 2018 riuscì a dare una svolta al moloch politico della Provincia Autonoma di Trento. Leggere oggi le smentite di Mirko Bisesti, di Claudio Cia o di Barbara Balsamo, segretaria degli Autonomisti Popolari di Trento, non può che rasserenare chiunque abbia questa coalizione come riferimento politico o di pensiero.
La compattezza, infatti, è un prerequisito fondamentale per portare a termine una missione che, negli ultimi decenni, è stata difficile se non impossibile come quella di conquistare la guida di Palazzo Thun. Altro prerequisito importante, però, è il mordente, quel misto di grinta e autorevolezza empatica, quello deve metterlo il candidato Sindaco. Non dimentichiamoci che il centrosinistra ha lanciato per tempo la sua sfida e l’ha fatto sfoderando tutto l’arsenale a sua disposizione nella città di Trento.
Il timore è che non si sia pienamente compreso il tenore della sfida che ci si appresta ad affrontare: se con Andreatta le componenti cattoliche, centriste e autonomiste del vecchio centrosinistra furono comunque rispettate, anche solo ideologicamente, Franco Ianeselli è una figura che cerca di trainare Trento dal centro-sinistra all’estrema sinistra. Un candidato che strizza l’occhio al mondo dei sindacati di sinistra ma soprattutto dei centri sociali che da sempre osteggiano la Lega e tutto il centrodestra trentino, riversando offese e insulti.
Una candidatura così fortemente orientata ideologicamente avrebbe potuto mettere il centrodestra, forte anche di un Governo provinciale che sta gestendo in maniera egregia un’emergenza epocale, in condizione quantomeno di combattere ad armi pari, voto su voto, cercando di recuperare tutti quei consensi dell’elettorato centrista, certamente non troppo contento di sostenere un candidato che finora non ha ancora speso nemmeno una parola a favore del mondo cattolico e autonomista, proponendosi piuttosto come un centralista tout court, calpestando così la nostra Autonomia, senza quindi avere la possibilità di dare risposte concrete e immediate a una cittadinanza che ha paura per il proprio futuro.
Per battere una candidatura di questo tipo, serve dunque un candidato Sindaco che emerga, che colpisca, che centri sempre il punto di qualsiasi questione, che intensifichi la propria presenza sul territorio, che ascolti la Lega – forza imprescindibile per vincere le elezioni – ma che ne sia evidentemente indipendente, che sappia intercettare i voti di chi non è di Destra ma vuole comunque cambiare quel sistema che si è ormai impostato su Trento, basato su clientelismo e favoritismi così da mantenere il potere sempre nelle stesse mani.
Non serve aggressività, ma capacità di colpire l’avversario nel segno; non serve sovraesposizione mediatica, serve il piglio giusto per bucare lo schermo a ogni intervista; non basta una coalizione politica forte sulla carta, serve un leader carismatico che guidi una coalizione politica coesa. Compito dei giornali non è certo quello di indicare nomi per un candidato Sindaco, al massimo si possono ventilare suggestioni, tuttavia è compito dell’informazione evidenziare quando qualcosa non è – ancora – all’altezza delle aspettative di tutti.