Ora che l’emergenza sanitaria di covid-19 sembra affievolirsi, tutta Europa si trova a dover fronteggiare un altro problema, quello relativo alla crisi economica che mesi di lockdown e stop forzati ad industrie e imprese ha generato.
Mentre le discussioni sugli aiuti economici che l’Unione europea dovrà fornire agli stati colpiti dal coronavirus continuano ad essere di stretta attualità, in Francia c’è chi ha trovato una soluzione alternativa per far ripartire l’economia senza dover necessariamente ricorrere agli aiuti europei.
Come riporta il Corriere della Sera, il francese Stèphane Distinguin, fondatore di un’azienda operante nell’innovazione digitale, ha lanciato l’idea di vendere la Gioconda alla cifra di 50 miliardi di euro per far ripartire l’economia francese. Se fino ad ora sul capolavoro di Leonardo Da Vinci si era discusso solamente in termini di appartenenza, con l’opera rivendicata sia dai francesi che dagli italiani, oggi la Monna Lisa potrebbe essere utilizzata come viatico per risollevare le casse transalpine.
Nello specifico tra le proposte che Distinguin ha inoltrato vi sono vari scenari, tutti con protagonista l’opera di Leonardo: “Cediamola per almeno 50 miliardi di euro a qualche principe arabo, o facciamone la garanzia di una nuova moneta virtuale, o mandiamola in tournée nelle Puglie per far ripartire il turismo. Vendiamo il gioiello di famiglia, per finanziare il rilancio di un mondo della cultura che altrimenti rischia di non sopravvivere al coronavirus”.
A suffragio delle sue tesi Stèphan Distinguin ha portato anche la vicenda legata ad un’altra opera di Leonardo Da Vinci, “L’Uomo Vitruviano”: “Teniamo conto che l’Uomo vitruviano fatto arrivare a Parigi per i 500 anni è stato assicurato per un miliardo. Possiamo stimare che la Gioconda frutti al Louvre e indirettamente all’economia francese (tra merchandising, alberghi e biglietti aerei) grosso modo tre miliardi di euro l’anno. Cinquanta miliardi mi pare ragionevole, perché l’operazione abbia un senso bisogna chiedere una cifra enorme. Reazioni alla proposta? Dai nostalgici della monarchia che inorridiscono, ai conservatori che scuotono la testa perché il patrimonio coincide con l’identità di un popolo, ai più progressisti che comprendono la mia voglia di guardare avanti”.