Le misure economiche messe in campo in Europa per dare supporto ai Paesi più duramente colpiti dalla crisi provocata dal Covid, sono state al centro del dialogo tra il direttore scientifico del Festival dell’Economia e l’economista francese Jean Pisani-Ferry, professore emerito di economia e gestione pubblica presso l’Hertie School di Berlino.
Mai era successo che il Pil di grandi Paesi crollasse in modo così importante e in maniera tanto repentina in tempi di pace. Il “recovery fund” è la misura messa in campo dall’Unione europea per contrastare la recessione e ridurre l’impatto della crisi sulle fasce deboli della popolazione. “Già nella prima fase le risposte date in Europa sono state decisamente più incisive rispetto a quelle messe in campo dagli Usa, dove lavoratori e famiglie hanno meno tutele – ha evidenziato Jean Pisani-Ferry -. L’accordo franco-tedesco ha portato a superare due tabù come il prestito da spendere ed i trasferimenti tramite gli strumenti di bilancio”. Secondo Boeri è ora fondamentale che l’Unione assuma competenze di tipo fiscale per impedire la concorrenza di capitale tra i vari Paesi (“Le soluzioni cooperative sono migliori di quelle competitive”), mentre l’economista francese ha posto l’accento sull’importanza di evitare che durante i negoziati non si scenda troppo a compromessi come chiedono in particolare i cosiddetti “Paesi frugali”.
Boeri e Pisani-Ferry si sono detti concordi sulla necessità che l’Unione svolga un ruolo di monitoraggio e controllo, affinché gli aiuti vengano investiti in maniera mirata ed efficace ed i governi li destinino alle voci di spesa per le quali vengono stanziati. “Attraverso il suo ultimo provvedimento, il governo italiano non ha tenuto conto dell’impatto asimmetrico della crisi: le risorse devono essere utilizzate per politiche efficaci, tenendo conto che la crisi Covid inciderà in particolare sui più giovani” sono state le parole del direttore scientifico del Festival, Tito Boeri. “A differenza di quanto accadde con la pandemia del 1968, i nostri ragazzi si sono dati da fare per proteggere i più anziani dal virus, eppure saranno loro a pagare il prezzo più salato” ha osservato Jean Pisani-Ferry.
“Prima – ha osservato Gentiloni – la politica economica comunitaria era fatta di tetti, soglie e raccomandazioni o procedure di infrazione. A questo si aggiungevano strumenti specifici per salvare Paesi che avevano bisogno di un salvagente, come ad esempio il Mes per Grecia, Portogallo e Spagna. Oggi assistiamo ad una politica nuova, già invocata dal governatore Draghi. Stiamo maturando – ha aggiunto Gentiloni – la consapevolezza che non possiamo avere solo una politica monetaria comune, ma anche una politica economica e di bilancio comune. Almeno in certe condizioni”.
Ciò che è avvenuto in queste settimane, non era mai successo nella storia della Comunità europea. “La commissione – ricorda il commissario Paolo Gentiloni – va sui mercati e raccoglie 750 miliardi di euro, grazie al Next Generation Eu, a cui si aggiungono altri 100 miliari di Sure, e destina questa risorsa per finanziare sussidi e prestiti di lunga maturità e progetti comuni. Questo è un momento fondativo di coordinamento di politica economica con risorse reale”.
“Abbiamo spesso sovra stimato i beni privati e sotto stimato i beni pubblici – ha detto Vittorio Colao – ma la capacità degli Stati di erogare servizi e di gestire beni pubblici è fondamentale. L’Italia soffre di un eccesso di “sovranormazione”. Un fenomeno che nasce dalla mancanza di fiducia nei cittadini, che ci porta a legiferare su tutto. Dobbiamo avere più fiducia anche nei funzionari e nei dirigenti pubblici che spesso si trovano oberati da una complessità dovuta proprio alle troppe norme”.
Parlando di tasse e delle necessità di ampliare la raccolta fiscale, Colao ha evidenziato come serva per questo un coordinamento a livello europeo. E poi occorre diminuire e progressivamente far sparire l’uso del contante, concedendo degli incentivi per l’uso dei pagamenti elettronici, sia a chi paga che a chi riceve il pagamento. “L’Italia lo sta facendo – ha detto – ma occorre accelerare”.
“In queste settimane abbiamo fatto un enorme sforzo di ascolto del mondo produttivo e sociale ed ora dobbiamo formulare un buon piano e agire in fretta – ha concluso Colao – attuando con più coraggio, rispetto al passato, alcune importanti riforme per cogliere la possibilità di trasformare i costi in investimenti”.
L’incontro telematico – disponibile in podcast sul sito del festival e sulla pagina Facebook della kermesse – è stato moderato da Regina Krieger, corrispondente dall’Italia di Handelsblatt, il maggior quotidiano tedesco di economia e finanza.
Note: in queste settimane a venire gli incontri di introduzione alla seconda parte del Festival dell’Economia di Trento 2020 si terranno per via telematica.