Economia Lavoro

Il reddito di cittadinanza ha sconfitto o no la povertà? Per la Corte dei Conti è un flop: solo il 2% ha trovato lavoro

Il reddito di cittadinanza, misura tanto cara e fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle, sarebbe un vero e proprio flop. A dirlo non è stato qualche avversario politico contrario ai pentastellati, ma il Procuratore generale della Corte dei Conti, Fausta Di Grazia, che all'interno del giudizio sul rendiconto generale dello stato, ha evidenziato tutte le criticità di questa misura.

Il reddito di cittadinanza, misura tanto cara e fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle, sarebbe un vero e proprio flop. A dirlo non è stato qualche avversario politico contrario ai pentastellati, ma il Procuratore generale della Corte dei Conti, Fausta Di Grazia, che all’interno del giudizio sul rendiconto generale dello stato, ha evidenziato tutte le criticità di questa misura.

Come riporta ANSA, l’intervento di Fausta Di Grazia ha toccato diversi temi caldi della situazione politico-economica italiana, tra questi spicca l’intervento inerente al reddito di cittadinanza e quota 100, i cui risultati sono stati ritenuti insoddisfacenti dal Procuratore generale della Corte dei Conti.

Nello specifico, sul reddito di cittadinanza, Di Grazia ha usato parole chiare: “l’attuazione del reddito di cittadinanza è rientrata tra le finalità della missione 24, con uno stanziamento definitivo di 5.728,6 milioni di euro, dei quali ne sono stati impegnati 3.878,7 milioni. Dai dati degli uffici di controllo risultano essere state accolte circa 1 milione di domande, a fronte di quasi 2,4 milioni di richieste, delle quali, secondo elaborazioni di questo Istituto, soltanto il 2% ha poi dato luogo ad un rapporto di lavoro tramite i Centri per l’impiego”.

La situazione non sembra essere più rosea per quanto riguarda “quota 100” con lo stesso Procuratore della Corte dei Conti che ha rincarato: “i risultati sono stati al di sotto degli obiettivi illustrati nella Relazione tecnica che accompagnava il provvedimento, avente anche finalità di ricambio generazionale della forza lavoro. A seguito della normativa emanata, alla data del 31 dicembre 2019 risultano infatti essere state approvate 155.897 richieste di collocamento in quiescenza, pari a circa il 69% delle domande presentate. Delle istanze accolte circa il 49% riguarda soggetti con oltre 41 anni di contribuzione, a fronte di un’anzianità lavorativa media di 40 anni”.

Analizzando queste dichiarazioni, risulta evidente come una delle manovre più sponsorizzate dal Movimento 5 Stelle, fiore all’occhiello del loro operato al Governo, sia stato un vero e proprio flop. Se l’obiettivo del reddito di cittadinanza era quello di aiutare la popolazione in difficoltà, risulta chiaro come, ad oggi e al netto di tutti coloro che non possedevano i requisiti adeguati, non sia stata aiutata nemmeno la metà delle persone che chiedevano aiuto.

Secolo Trentino