Silvia Zanetti, candidata sindaco per “Si Può Fare!”, attraverso una nota stampa interviene “a gamba tesa” nel dibattito sorto dopo il provvedimento relativo alle chiusure domenicali e festive, emanato nei giorni scorsi, dove le prese di posizione non sono mancate.
“Voglio soffermarmi su Trento”, ha esordito nella nota stampa la candidata:
“Trento città culturale, Trento città universitaria, Trento città europea, Trento città del Concilio, Trento città turistica. Ci sono oggettivamente dei mesi nel corso dell’anno in cui Trento diventa un tripudio di vita, basti pensare al flusso di persone che si snoda tra Piazza Pasi e Piazza Fiera oppure in via Belenzani.
Universitari, famiglie con bimbi nel passeggino o in bicicletta, turisti con piantine e guida al seguito, signori con i propri amici a quattro zampe. La Trento che splende, la Trento che mostra la sua vocazione attrattiva: mix affascinante di storia, cultura e paesaggio.
La Trento del caffè della mattina per tutti noi trentini”. “Chi vive la città – ha affermato Zanetti – conosce i mesi fiorenti per il commercio trentino: da aprile-maggio a settembre e durante il periodo natalizio”.
“Allo stesso tempo – ha ricordato – sono consapevole di cosa vuol dire per un lavoratore avere la domenica a disposizione della propria famiglia. Vale moltissimo”. Allora è proprio qui “che serve contemperare esigenze di natura diversa, egualmente importanti: economia, turismo e diritti dei lavoratori”.
Il Covid ci ha cambiati, ci ha resi più deboli e spaventati, anche e soprattutto, dalle prospettive economiche.
“In questa fase storica complessa non è tanto il battersi sulla natura turistica o meno di Trento, ma è lottare per ripartire, per riprendersi la “normalità”. Dobbiamo, con umiltà, “chiedere uno sforzo ulteriore ai tanti lavoratori che vorrebbero chiuse le attività commerciali la domenica”. O, quantomeno, chiedere che venga data loro la facoltà di poter decidere autonomamente.
Disporre, ha aggiunto Zanetti, “che anche a Trento la domenica si possa tenere aperto, soprattutto nei giorni di maggior afflusso turistico, almeno fino a settembre, quando la città ‘versione turistica’ ha concreta possibilità di ripartire. Oppure ampliare il numero di aperture discrezionali previste nel provvedimento”.
Questo è necessario, “non servono imposizioni e polemiche”.
“Occorre senso civico e mediazione tra diverse esigenze: dei lavoratori, dei flussi economici e delle istituzioni.
Trento può e deve farcela e lo sforzo maggiore -nei prossimi mesi- è in mano agli esercenti ed ai commercianti.
Invito, dunque, le istituzioni ad una riflessione importante su questo tema, senza paura, con coraggio. Per Trento”, ha concluso.