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Il codice penale punisce chi diffonde l’epidemia, ma gli sbarchi di chi ha la Covid si moltiplicano indisturbati

Chiunque cagiona un’epidemia mediante la diffusione di germi patogeni è punito con l’ergastolo. È il codice penale italiano. Ma non risulta, al momento, che qualche magistrato sia intervenuto dopo che i dittatorelli di questo governo incapace hanno favorito l’ingresso di manodopera straniera positiva al Covid. 

Qualcuno ricorda le lacrime del ministro Bellanova per la felicità di aver spalancato le porte alla regolarizzazione dei braccianti in arrivo da ogni dove?

E il ministro Lamorgese che non impedisce gli sbarchi di migranti positivi al Covid, e dunque potenzialmente contagiosi, non è responsabile di eventuali nuovi malati in Italia? Perché, grazie all’ottuso buonismo a senso unico dei dittatorelli e dei loro esecutori, si moltiplicano gli sbarchi clandestini sulle coste italiane. Non solo dei migranti trasportati dalle navi delle Ong straniere, ma anche di quelli portati da scafisti che fanno parte di organizzazioni criminali.

Già, perché le imbarcazioni delle forze dell’ordine erano così efficienti nello scovare gli italiani che osavano andare in kayak nei giorni degli arresti domiciliari ma sono diventate del tutto incapaci nel bloccare l’invasione. Ed il lìder minimo è pronto ad autoassegnarsi i pieni poteri per affrontare l’emergenza nei prossimi mesi, ma se ne frega se la nuova fase di emergenza è provocata dai focolai legati agli sbarchi o agli arrivi, in aereo, degli ospiti invitati da chi li vuole sfruttare nei campi o nelle fabbriche.

I germi patogeni si diffondono, nell’indifferenza di una magistratura che ignora quell’articolo del codice perché interessata, esclusivamente, a colpire chi ha tentato di frenare l’invasione. 

Mentre l’incapacità di una opposizione irrilevante diventa sempre più evidente.