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Le code in autostrada? Una narrazione sbagliata e il governo censura

Code? Ma quali code? Piemontesi, liguri, lombardi: tutti bugiardi, probabilmente anche razzisti e omofobi. Le code in autostrada per i cantieri non esistono. Lo assicura il ministro De Micheli che, con queste dichiarazioni, si candida a principale rivale di Azzolina per la coppa da peggiore ministro. D’accordo, in gara c’è anche Giggino, sedicente ministro degli Esteri, ma il suo è soprattutto un caso umano. 

De Micheli no. Lei è del Pd, non è della serie “uno vale uno”, lei ha alle spalle un partito che si vanta di puntare sulla competenza. Si vanta e poi precipita in queste realtà da incubo. Un’autostrada costantemente bloccata dall’idiozia di chi ha imposto controlli a tappeto nel periodo degli esodi estivi, ma per il ministro si tratta di una “narrazione” sbagliata della realtà. Perché ore di coda per percorrere pochi km sono soltanto una errata percezione di mugugnatori seriali. 

E poi bisogna capire il Ministro. In Liguria si voterà a settembre per le regionali, dunque il governo è obbligato a penalizzare i liguri, per far capire che se confermano Toti la Regione verrà punita in ogni modo. Suvvia, non bisogna parlare di ricatto, sarebbe una narrazione sbagliata. 

Ma l’intervento della De Micheli serve anche per richiamare all’ordine i media di servizio. Le code servono per punire ed avvertire i liguri, ma non bisogna che il resto d’Italia sia informato, altrimenti il Ministro fa brutta figura. Perché ciascuno deve pensare di essere sfortunato affrontando code sul proprio tratto di autostrada, ma nella convinzione che si tratti appunto di sfortuna e non di un disastro generale. 

Così i lavori perennemente in corso sull’autostrada valdostana dovranno far capire che la Regione alpina dovrà votare per il PD, a settembre, se vuol tornare alla normalità. Mentre in altre Regioni chiamate al voto può funzionare la narrazione di Lamorgese, con la possibilità di inviare migranti con il Covid se dovesse vincere il Centrodestra. 

Già, quel centrodestra che con le narrazioni c’entra meno di nulla, vista l’incapacità di comunicare. Lo si è visto per il Recovery Fund, lo si vede per i migranti in fuga, per le code in autostrada, per il disastro dell’economia. Un Centrodestra perennemente in attesa che ai giornalisti sfugga una narrazione sbagliata della realtà prima di venire richiamati all’ordine dalla De Micheli di turno. Perché impegnarsi in prima persona per fare informazione è troppo faticoso per questo Centrodestra.