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Esteri

La politica estera italiana penalizza le piccole imprese

Con un mercato domestico sempre più in crisi – per la miope politica salariale e per il governo degli Incapaci che crea solo nuova povertà – l’Italia avrebbe sempre più bisogno dei mercati internazionali. E invece, da anni, le politiche estere dell’Italia sono un cocktail di ignoranza, stupidità, servilismo. A forza di politicamente corretto abbiamo perso non solo la Libia – dove lo squallido comportamento di Berlusconi e dei suoi complici di governo ha rovinato irrimediabilmente la già scarsa credibilità italiana – ma anche il Nord Africa ed il Vicino Oriente.

L’ottusità dimostrata nei rapporti con l’Egitto, con la Siria, con l’Iran, con la Turchia, con Tunisia ed Algeria fa il paio con la stupidità nelle relazioni con la Russia, con l’assenza nell’Africa subsahariana, con i continui voltafaccia nei rapporti con la Cina, con l’inadeguatezza nei confronti dell’India, con la carenza delle relazioni in America Latina nonostante i milioni di cittadini di origine italiana.


Si sono sprecate enormi potenzialità, si sono cancellati decenni di scambi commerciali preferenziali, si è rinunciato ad affari colossali che avrebbero fatto crescere il Pil. Non è solo Giggino il responsabile del disastro. Chi l’ha preceduto non si è rivelato migliore.
Il partito anti italiano ha imposto di adeguarsi alle primavere arabe, una buffonata finanziata dai soliti speculatori. Ha imposto di sostenere il colpo di Stato in Ucraina, con i medesimi finanziamenti. Ha imposto di allinearsi alle sanzioni contro la Russia.

E poi è caduto dal pero quando ha scoperto che tradimenti, sanzioni, ingerenze portavano ad un calo dei contratti per le imprese italiane. Resiste l’Eni, gruppo impegnato da sempre, sin dall’epoca di Mattei, in una politica estera parallela. Ma per le piccole aziende la politica estera italiana rappresenta un handicap sempre più penalizzante. Il governo degli Incapaci non se ne preoccupa è, con Gualtieri, prepara i consueti raffronti taroccati. Ed i media sono pronti a fare da cassa di risonanza.