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Lucia Coppola (Verdi del trentino): “La copertura antinfluenzale è garantita?”

In tema di virus sono due le interrogazioni che i Verdi del Trentino presentano al governo locale: si sono raggiunte le dosi prenotate per la vaccinazione antinfluenzale? E la scuola tornerà ad essere in media parte a distanza oppure procederemo in presenza? Queste sono le due novità presentate come segue dalla Consigliera Provinciale.

L’ Apss quest’anno ha avviato in grande anticipo la campagna “iomivaccino” invitando la popolazione trentina a vaccinarsi al più presto contro l’influenza stagionale.” Ha detto in un comunicato alla stampa.

Per l’Apss quest’anno è particolarmente importante vaccinarsi per evitare la comorbità con il Covid 19 e per permettere ai medici di fare diagnosi più differenziate. Infatti le vaccinazioni risultano fondamentali per ridurre le complicanze da influenza nei soggetti a rischio e per limitare gli accessi al pronto soccorso, oltre che per semplificare la diagnosi e la gestione dei casi sospetti e liberare risorse sanitarie destinabili alla gestione dell’emergenza. I sintomi dell’influenza, infatti, almeno in una fase iniziale, sono simili a quelli del Coronavirus e ciò rischia di rendere difficile la diagnosi differenziale basandosi solo sui sintomi, con il rischio di ritardare le cure, dove necessario, o di sottovalutare l’epidemia, soprattutto nel periodo in cui l’influenza raggiunge il suo maggiore picco.

Durante la presentazione della campagna il direttore sanitario ha spiegato che quest’anno sono state acquistate più del doppio di dosi di vaccino rispetto allo scorso anno (circa 170.000).

Da circa quindici giorni però si nota una grave carenza di dosi di vaccino. Risulterebbe che alcuni medici di base stiano invitando i propri assistiti a telefonare nei primi giorni di novembre. Si nota una certa discrepanza tra l’invito a vaccinarsi il più presto possibile e la mancanza delle dosi vaccinali.

SULLA SCUOLA – I Verdi del Trentino considerano la scuola in presenza il modello ideale per la trasmissione delle conoscenze e dei saperi, per l’ educazione delle giovani generazioni e per lo svolgersi in pienezza  delle relazioni tra pari,  così importanti nell’adolescenza e nella giovinezza. Premesse indispensabili, queste, per una sana e compiuta socialità e per una maturità in equilibrio e armonia con se stessi e col mondo. 

Tuttavia l’aggravarsi della situazione sanitaria nella nostra provincia,  come nel resto d’Italia, d’Europa e del mondo, ci fa riflettere seriamente sull’ opportunità di adeguarci al Dpcm del governo Conte che individua nella didattica a distanza per il 75% una delle condizioni per diminuire la pressione dei contagi  tra i ragazzi: possibili vettori di infezione da Covid 19 all’interno delle famiglie e, in ambito scolastico, verso  gli adulti che,  a vario titolo e con differenti mansioni,  lavorano nelle istituzioni scolastiche. Desideriamo a questo proposito ringraziare dirigenti scolastici, insegnanti, operatori e lo stesso Assessorato all’ Istruzione per il grande lavoro compiuto nell’ adeguare l’ organizzazione scolastica e la logistica degli istituti a questa seconda ondata di contagi, che si si sta rivelando, se possibile, peggiore della prima. 

È  evidente però che a questo grande sforzo non è  corrisposta una adeguata organizzazione dei trasporti,  che si sono rivelati il vero anello debole legato alla movimentazione di migliaia di studenti, e lavoratori, sul territorio provinciale.

Non possiamo neppure nasconderci che sono ormai centinaia le classi che in poco più di un mese dall’inizio delle lezioni hanno dovuto ricorrere, perché in quarantena fiduciaria per casi conclamati, alla didattica a distanza.

Sollecitiamo perciò il presidente Fugatti e l’ assessore Bisesti ad affidarsi al principio di realtà e pure al principio di precauzione, alleggerendo almeno per un po’  la situazione sanitaria da loro stessi definita grave e destinata a peggiorare nelle prossime settimane, ricorrendo almeno in parte  alla Dad per le scuole secondarie di secondo grado.  

Il nostro fragile sistema sanitario va tutelato per evitare carichi insopportabili nei ricoveri e nelle terapie intensive.

Ripartendo dal tracciamento dei contagi, dall’isolamento, dalla tutela dei soggetti più a rischio, anziani, ammalati, immunodepressi. Chiediamo perciò di rallentare  per limitare i danni futuri  che potrebbero essere pesantissimi, facendo la cosa giusta, quella più opportuna.

Lo stesso Alto Adige ha fatto saggiamente ricorso alla didattica a distanza per il 50 per cento. Chiediamo quindi con forza al presidente Fugatti e alla Giunta di tornare  sui propri passi perché le prossime settimane, e come le affronteremo, saranno dirimenti nella nostra lotta al Covid  19. Fare un passo indietro per fare molti passi avanti non è  ulteriormente rinviabile. Per recuperare salute, economia, benessere, qualità della vita  e il ritorno ad una normalità a cui tutti fortemente aspiriamo. Ha scritto.

Secolo Trentino