“Incapace di intendere e volere a causa di un totale vizio di mente per un delirio di gelosia”.
Sono state queste le motivazioni con le quali la Corte di Assise di Brescia ha assolto A.G, un settantenne che lo scorso anno si era macchiato di femminicidio e aveva ucciso la moglie C.M.
L’uomo aveva dapprima stordito la moglie, colpendola alla testa con un mattarello e poi l’aveva accoltellata alla gola, vegliando successivamente sul cadavere, per ore, prima di avvertire le autorità.
Fin da subito, la difesa del settantenne bresciano si era basata sulla richiesta di assoluzione, valutando l’omicida, al momento dell’aggressione, totalmente incapace di intendere e volere. Anche l’accusa, come riporta ANSA, in fase di dibattimento era stata concorde nel valutare l’aggressore “in preda ad un evidente delirio da gelosia che ha stroncato il suo rapporto con la realtà e ha determinato un irrefrenabile impulso omicida.”
Nonostante il Pubblico Ministero avesse chiesto l’ergastolo, la Corte d’Assise di Brescia, con una decisione che farà certamente discutere, ha ritenuto valide le motivazioni della difesa e ha deciso di assolvere A.G. ritenendolo, a causa della gelosia, completamente incapace di intendere e di volere.
Lo stesso legale del settantenne bresciano, una volta ascoltata la sentenza, si è lasciato andare a dichiarazioni piene di soddisfazione, affermando: “Siamo soddisfatti perché la sentenza rispecchia quanto emerso nel dibattimento e cioè che il mio assistito non era capace di intendere e volere”