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Affidarsi all’inaffidabile Renzi? Triste Italia

Renzi sì, Renzi no, Renzi mah. La terra dei cachi, l’avevano definita Elio e le Storie Tese. Ed il teatrino di inizio anno è persino più squallido rispetto agli ultimi giorni del 2020. Cambiare! ordina Mattarella, ma evitando ogni mutamento perché non è il momento. E le banalità presidenziali entusiasmano maggioranza ed oppofinzione. Che discorso di alto profilo! 

I media riportano entusiasti un aumento dei telespettatori per il discorso di fine anno a reti unificate. E dimenticano, gli entusiasti, che gli italiani erano agli arresti domiciliari e, non essendo andati a festeggiare al ristorante o dagli amici, si sono sorbiti la sbobba in tv. 

Tutti entusiasti, soprattutto i sì vax, fingendo di non aver capito che il governo degli Incapaci non è stato in grado di predisporre un decente piano di vaccinazione. Così il resto del mondo corre e l’Italia resta a guardare. Imbarazzano i numeri di Israele, gli acquisti tedeschi, il decisionismo indiano, la condivisione dei vaccini di Russia e Cina. 

Tutti entusiasti gli operatori economici di area governativa. I media di servizio raccontano i meravigliosi effetti dei 209 miliardi in arrivo dall’Europa. Poi, però, persino il ministro Gualtieri comincia ad esprimere qualche dubbio. Pare abbia scoperto che i bonus e le mance non fanno sviluppare l’economia ma fanno solo crescere un debito che andrà ripagato. Distruggendo ciò che ancora funziona. 

Tutti entusiasti nel mondo della scuola che potrà ripartire in sicurezza e normalità. Beh, insomma.. Non si è fatto nulla per il trasporto pubblico ma si è deciso di scaglionare ingressi ed uscite. Poi, però, si è scoperto che non andava bene e si è pensato ad ore di 45 minuti o anche meno. Tanto ciò che non si imparava da casa si può anche non impararlo a scuola.

Tutti entusiasti in montagna, perlomeno laddove il Pd impera. La stagione turistica invernale è distrutta, il ministro Franceschini non ha un’idea che sia una per il settore, ma si può cantare Bella ciao e tutto va bene. 

Tutti entusiasti all’oppofinzione. Così squallida che un senatore di Fdi si dedica non a criticare il governo degli Incapaci ma un suo compagno di partito che, in Lombardia, ha osato utilizzare la musica dell’Inno a Roma. Problemi di autonomia, di scontri con Roma ladrona? Macché. Repubblica, quotidiano notoriamente super partes, aveva scritto che si tratta di un inno fascista scelto da Mussolini per il Movimento sociale italiano. Il senatore, un genio, non ha fatto notare che Mussolini era stato ucciso un anno e mezzo prima della nascita del Msi, non ha ricordato che l’inno era stato composto da Giacomo Puccini nel 1919, che il testo era tratto da uno scritto di Orazio. Troppo faticoso studiare. Meglio accodarsi a Repubblica sperando in una intervista. 

Così, in questo inizio d’anno, ci si deve affidare all’inaffidabile Renzi. Sperando che per una volta abbia il coraggio della coerenza. E che mandi a casa, nonostante Mattarella, un governo che non è in grado di affrontare il nuovo anno. Un governo che ha già deciso di prorogare lo stato di emergenza, in modo da continuare a seminare terrore per evitare di varare provvedimenti mirati al futuro. E non basta sostenere che il trio meraviglia non farebbe nulla di meglio. Perché gli attuali dittatorelli devono andarsene comunque.