A pochi giorni dalle polemiche con l’azienda farmaceutica AstraZeneca circa il mancato rispetto degli accordi sui vaccini in termini di numeri e tempistiche, la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, è tornata a parlare della vicenda ribadendo l’intenzione dell’UE di rendere immune il 70% della popolazione adulta europea.
Attraverso una lunga intervista pubblicata su Repubblica, la Presidente von der Leyen è tornata sul piano vaccinale europeo affermando: “(…) A un mese dall’avvio delle inoculazioni abbiamo consegnato 18 milioni di dosi. Posso dirvi che a febbraio ne arriveranno altre 33 milioni e a marzo 55 milioni. Nel secondo trimestre saranno ancora di più: 300 milioni dalle tre aziende già autorizzate dall’Ema e, se otterranno anche loro il via libera, altri 80 milioni di fiale da Johnson and Johnson e Curevac. Siamo sulla buona strada, alla fine avremo 2,3 miliardi di vaccini, quasi il triplo di quelli che ci servono e potremo aiutare anche i paesi vicini all’Unione”.
Successivamente dopo aver confermato come si aspetti che AstraZeneca rispetti il contratto stipulato e che recuperi le dosi che non verranno consegnate nel I° trimestre 2021, Ursula von der Leyen ha evidenziato come i rapporti con la stessa azienda farmaceutica siano ancora piuttosto tesi affermando prima come grazie al nuovo meccanismo per le autorizzazioni all’export, le aziende debbano giustificare come e dove abbiano esportato i loro prodotti e successivamente: “Al momento non c’è una spiegazione plausibile ai ritardi, chiediamo trasparenza su cosa hai prodotto, cosa hai esportato e cos’hai in magazzino. Poi toccherà all’azienda darci spiegazioni e dirci come intende rispettare il contratto. Anche Pfizer-BionTech ha avuto problemi, ma erano comprensibili e li ha risolti. Comunque con AstraZeneca il peggio è alle spalle, è un segnale positivo che abbia mostrato la volontà di accelerare le consegne“.
L’intenzione dell’UE sarebbe quindi quella, in futuro, di mettere “con le spalle al muro” AstraZeneca e tutte le altre aziende e farla rispettare gli accordi, anche a costo di verificare le modalità e le quantità di merci vendute ed esportare al di fuori dell’Unione Europea.