Nell’ultimo anno, a causa del lockdown e delle numerose restrizioni che hanno colpito i paesi di tutto il mondo, molte persone per mantenere un minimo di socialità (seppur cibernetica), per lavorare o anche solo per frequentare le lezioni, hanno dovuto ricorrere ad internet e ai dispositivi tecnologici.
Tra smart working, Dad, videolezioni e videoconferenze, sono stati davvero in tanti a dover fare di necessità virtù e dotarsi di computer, tablet e ottime connessioni internet anche solo per lavorare o parlare con i propri cari non conviventi.
Sebbene la popolazione italiana abbia risposto bene a questo nuovo modo di lavorare (e vivere), sono stati in molti a lamentare difficoltà sia nell’avere una buona connessione internet, sia nel reperire dispositivi elettronici adeguati.
In questo senso, fa molto riflettere il rapporto pubblicato dall’Istituto Italiano di Statistica (ISTAT) che evidenziato come, in Italia, un terzo delle famiglie non disponga di un accesso ad internet da casa e di almeno un computer.
Tale rapporto ha specificato inoltre come nel 2020 il dato relativo agli accessi internet sia migliorato rispetto al 2019, registrando un +1.6%, con le famiglie con la disponibilità di almeno un accesso ad internet che sono passate dal 76.1% al 79.6%. A preoccupare però rimane il dato sulla disponibilità dei computer, che è rimasto uguale a quello del 2019.
Sebbene il rapporto specifichi come la transizione digitale in Italia sia costante miglioramento, questo ha evidenziato anche come sia indietro rispetto al resto d’Europa.
Lo stesso Istituto di Statistica, come riporta ANSA, in merito ha affermato: “Nonostante i progressi, l’Italia si trova però ancora leggermente al di sotto della media europea. L’infrastruttura per la banda larga non è più sufficiente a coprire le esigenze di connessione attuali, cosicché si è ritenuto necessario investire su una connessione più veloce, cioè la banda ultralarga”