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Editoriali

Da Pasolini a Pound a Fedez contro Pio e Amedeo: la cultura politica italiana non sta benissimo

In principio era Checco, nel senso di Zalone. La destra nuova, da non confondere con la Nuova Destra, si attaccava a chiunque osasse mettere in dubbio il pensiero unico obbligatorio. E poco importava se la comunanza di idee fosse occasionale o meno. D’altronde i destri, così avanzati ed allineati all’immagine costruita dagli avversari, avevano colpevolmente lasciato morire il Bagaglino. Perché gli avversari avevano detto che il Bagaglino era solo una sfilata di tette e culi, dunque potevano bastare le tv di Sua Emittenza. 

Nessuno, tra i destri ufficiali, si era accorto dei testi di Pingitore, della cultura vera di Pippo Franco che esulava dalle battute e dalle canzoncine per bambini. Tutto cancellato, Caruso e Lionello, le canzoni contro l’invasione dell’Ungheria e la satira contro il sistema spacciato per democrazia in Italia. Per la felicità di una sinistra che eliminava una voce di dissenso.

Così la destra nuova si innamorava del primo venuto, disposto a strizzare un occhio in cambio di favori in Rai. O, semplicemente, impegnato a strizzare un occhio per il fastidio di un moscerino. Si sono susseguiti gli innamoramenti per Banfi, per Barbareschi, per Zalone. Ora è la volta di Pio ed Amedeo. Che, come i predecessori, saranno convinti a fare autocritica o a prendere le distanze da chi ora li osanna per qualche battuta scorretta. 

Indubbiamente è più facile entusiasmarsi per Zalone e la coppia di comici pugliesi piuttosto che per Evola e Guenon, per Pound e Prezzolini, per Adriano Romualdi ed Eliade. Magari qualche altra strizzatina d’occhi arriverà ancora, in attesa delle nomine in Rai. Attori e cantanti, ballerine e presentatori, registi e produttori sono impegnati a capire chi saranno i nuovi referenti a cui rendere omaggio. La Lega si affiderà a Storace in cerca di un nuovo ruolo? E il circolo della Garbatella chi piazzerà? 

Il lavoro duro, in questa fase, spetta agli agenti che rappresentano i vari artisti in cerca di sponde, di protezione. Bisogna scegliere il cavallo giusto, sperando che non si riveli un asino. E dunque servono dichiarazioni appropriate, che facciano intendere ma senza pregiudicarsi eventuali cambi di rotta in caso di necessità.

E pazienza se i destri nuovi si esaltano per una battuta e si indignano, i leghisti, per gli show di Fedez. Non hanno mai fatto nulla per contrastare una simile deriva, si sono accodati alla trasformazione degli influencer in guru del pensiero. Non hanno offerto alternative ad una cultura fatta di rumori corporali spacciati per musica, di strisce casuali di colore spacciate per arte, di outfit spacciati per creatività. Un tempo Pier Paolo Pasolini intervistava, con grande e doveroso rispetto, Ezra Pound. Ora i destri nuovi sognano uno scontro al vertice tra Pio ed Amedeo contro Fedez e Ferragni, visto che Checco si è adagiato nel comodo politicamente corretto.