Niveaux différents. Passano gli anni ma la scusa è sempre la stessa: livelli differenti. Ed il centrodestra italiano – che aveva appena finito di giurare un falso amore eterno per la scelta di candidati per le elezioni comunali di Roma, Milano, Napoli e Torino – si trasferisce al livello europeo e ribadisce che non esiste la minima possibilità di accordarsi in Europa tra Lega, Fratelli d’Italia e quel che resta di Forza Italia.
Peccato che, ormai, le scelte di Bruxelles e di Strasburgo influiscano in modo determinante sulle politiche nazionali. Dunque il centrodestra in Italia segue o contrasta, unitariamente, le indicazioni che arrivano dal livello europeo dove i tre partiti marciano divisi.
È ovvio che l’irrilevante Italia non può certo imporre una scelta politica continentale. I popolari, dove sono allocati i sopravvissuti berlusconiani, non hanno la benché minima intenzione di allearsi con il partito di Marine Le Pen che è nel gruppo con Salvini. Mentre Meloni guida i conservatori. Ciascun per sé, gli elettori per tutti.
Con queste premesse diventa poco credibile la solidità di un rapporto in Italia. E le difficoltà per individuare candidati unitari e credibili a Roma e Milano sono l’ennesima riprova di difficoltà di dialogo e di sintesi. Difficoltà acuite dalla fuga dei parlamentari eletti nelle liste di Forza Italia. Di fronte alla rotta senza dignità, Tajani è costretto ad alzare la voce non per trattenere i transfughi ma per distinguersi dagli alleati. Strilla per nascondere la propria debolezza e l’incapacità di affrontarla.
Ma è un gioco stupido, perché gli alleati conoscono perfettamente la situazione e, soprattutto, le prospettive pessime per Forza Italia. Sondaggi disastrosi, totale mancanza di una linea politica, assenza di una classe dirigente in grado di assumere la guida del partito ormai orfano di Berlusconi. Lega e Fratelli d’Italia sono pronti a spartirsi le spoglie, magari dividendo il bottino con le formazioni che nasceranno oltre a Coraggio Italia.