“Dispiace rilevare come il desiderio di far polemica abbia puntualmente la meglio, come prova l’acceso dibattito in corso contro la decisione, da parte della Giunta provinciale, di estendere il criterio dei 10 anni di residenza, già stato adottato per diverse misure di sostegno al reddito, anche all’assegno di natalità, scelta enfaticamente denunciata come crudele, a danno dei «bambini esclusi»”.
E’ iniziato con queste parole l’intervento con il quale, il Consigliere provinciale di Lega Salvini Trentino Denis Paoli, ha voluto commentare le recenti polemiche sorte intorno alla Giunta provinciale per la sua decisione di voler inserire il principio della residenza da almeno 10 anni nei territori provinciali anche per l’utilizzo dell‘assegno di natalità.
Ai detrattori della Giunta Fugatti, Denis Paoli ha ricordato come la stessa stia semplicemente agendo con coerenza, rispettando i propri programmi e le promesse fatte alla popolazione in sede di campagna elettorale, seguendo un principio (purtroppo) spesso estraneo alla politicale locale e nazionale nostrana.
“Strano che a tanti sfugga questo passaggio semplicemente elementare e che, da solo, basta a chiudere ogni discussione. Aggiungo poi che i 10 anni di residenza rispondono anche all’urgenza di stimolare, attraverso l’assegno in questione, la natalità laddove essa è più in crisi, ossia nella popolazione storicamente trentina, quella grazie ai cui sacrifici e sforzi, giova ricordarlo, questa terra per generazioni ha potuto prosperare. Anche questo costituisce un dato inoppugnabile, che però i soliti noti stanno scegliendo d’ignorare al preciso scopo di fare polemica a tutti i costi e rimproverando sostanzialmente alla Lega al governo di comportarsi in stile leghista, rispettando le promesse” ha aggiunto ancora l’esponente di Lega Salvini Trentino.
Successivamente il Consigliere provinciale ha evidenziato come sicuramente la cittadinanza saprò riconoscere ed apprezzare l’impegno nel rispettare la parola data della Giunta Fugatti, augurandosi al contempo che la sinistra possa smettere di “agitare gli spettri della xenofobia e dell’intolleranza” (come troppo spesso è accaduto e continua ad accadere) a sproposito.