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Smart Working in Trentino. Per i Sindacati accordo ancora lontano

Sullo Smart Working in Trentino l’accordo tra provincia e sindacati è ancora in divenire e la bozza uscita stamane sulla stampa locale non ha soddisfatto i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil del Trentino al Tavolo Settore Privato.

In una nota congiunta i tre segretari provinciali hanno infatti dichiarato: “Riservandoci la lettura del testo definitivo, le bozze circolate sulla stampa dimostrerebbero la mancata volontà della Giunta Fugatti di giungere ad un testo realmente condiviso e, conseguentemente, calato nella pratica sul territorio. Tale volontà porterà al probabile mancato raggiungimento degli obiettivi generali, condivisibili ed apprezzabili”.

Ad avviso dei Sindacati infatti sembra che si voglia bypassare la contrattazione, ponendola sullo stesso piano degli accordi individuali. “In coerenza con quanto già assunto dalla medesima Giunta, viceversa andrebbe previsto che l’unico lavoro agile di qualità da incentivare sia quello contrattato. E questo a garanzia degli obiettivi del medesimo Piano. Sono le stesse Parti Sociali infatti che, condivise le linee guida, se ne fanno garanti all’interno della contrattazione collettiva”, hanno affermato questi.

“La seconda scelta sbagliata – affermano Maurizio Zabbeni, Ermanno Ferrari e Salvatore Farace – che si ravvisa consiste nel entrare nella regolazione di aspetti delicati del rapporto di lavoro, quali a titolo esemplificativo, il potere disciplinare del datore di lavoro, il diritto alla disconnessione e l’orario di lavoro, che sono prettamente di esclusiva derivazione normativa e contrattuale. Solo la contrattazione, infatti, in sinergia con le normative vigenti, può disciplinare aspetti puntuali del rapporto di lavoro e della sua modalità di svolgimento. Questo secondo aspetto trascende la mera volontà politica, rischia di essere solo carta scritta perchè inapplicabile”.

La soluzione sarebbe quella di un Protocollo d’Intesa trilaterale, più volte sollecitato dalle OO.SS., poteva e doveva essere il veicolo più opportuno che, condividendo precise linee guida, facendo da cornice alla contrattazione di prossimità anche su aspetti più delicati, promuovesse nei luoghi di lavoro lo smart working.

“Il fatto che le segnalazioni delle OO.SS. di carattere tecnico non siano state recepite, se confermato nel testo definitivo, dimostra quanto poco si sia voluto considerare il punto di vista degli stakeholders.

Non possiamo che ribadire, con quanto ad oggi di nostra conoscenza, che il testo del Piano in bozza non possa fondarsi sulla premessa di massimo coinvolgimento e condivisione con gli attori del territorio”, hanno concluso le tre sigle sindacali.