In data odierna, congiuntamente alle altre sigle sindacali, abbiamo incontrato l’assessora Segnana, per esprimere un parere sul riassetto organizzativo dell’Apss previsto dalla delibera preadottiva del 30/7/2021.
Il documento che ci è stato presentato, peraltro a soli 8 giorni dalla conclusione della sperimentazione, è lacunoso ed incompleto, pertanto diventa difficile esprimere una valutazione di merito, se non in maniera superficiale e approssimativa.
Nel corso dell’incontro cercavano risposte ed invece siamo usciti dalla riunione con molte domande!
L’ìmpostazione generale del documento ci è sembrata molto medico ed amministrativo centrica, ad esempio non è per niente chiaro che fine faranno le direzioni delle professioni sanitarie non mediche, perderanno la loro autonomia? Quale sarà il loro assetto futuro?
L’attivazione dell’Ospedale policentrico, con conseguente valorizzazione ed attribuzione di attività, come verrà sostenuto economicamente e con quale personale, vista l’enorme difficoltà a trovare personale medico specialistico ed infermieristico disposto a lavorare nelle periferie?
Tra l’altro la sanità trentina già dovrà fare i contri con un recente taglio pari a 120 milioni di euro, che pende sulla propria testa come una spada di Damocle.
Una valutazione sul metodo invece è necessario farla, chiediamo un maggior coinvolgimento ed a livello più capillare, convocare in assessorato un tavolo di confronto una volta all’anno non ci sembra certo un buon viatico.
Un esempio eclatante di mancato coinvolgimento poi riguarda la gestione da parte dell’azienda sanitaria delle problematiche della medicina territoriale: sono stati chiamati al tavolo tecnico aziendale esclusivamente i sindacati medici. Vogliano ricordare alla politica e all’azienda sanitaria che le problematiche territoriali vanno affrontate in maniera multidisciplinare, dove all’interno dell’equipe tutti i professionisti sanitari coinvolti hanno pari dignità.
Sono mesi che chiediamo un confronto con l’assessorato e con l’Apran, al quale abbiamo già inviato un documento per l’attivazione dell’infermiere di famiglia, ma evidentemente le loro priorità sono altre! Le nostre sono quelle di migliorare la qualità assistenziale dei professionisti e le loro condizioni di lavoro, a vantaggio dei nostri cittadini, è indispensabile inoltre definire modelli assistenziali e competenze, quelle infermieristiche sono in continua evoluzione e devono essere debitamente riconosciute.
Nei documenti di riorganizzazione aziendale si parla genericamente di “attrarre i giovani ed i migliori professionisti”, senza poi definire con quali strumenti.
L’elemento principale di attrattività è costituto da un buon contratto di lavoro, che in Trentino in questo momento manca perché non viene rinnovato dal punto di vista giuridico-economico per volontà della Giunta, contrariamente tra l’altro a quanto sta avvenendo a livello nazionale.
Come possiamo essere attrattivi nella nostra Provincia se i nostri colleghi europei ed altoatesini guadagnano centinaia di euro in più al mese?
Questo incontro, che ci è apparso una mera formalità in ottemperanza alla previsione di una norma e che ha visto l’assenza di molti sindacati medici, deve costituire un punto di partenza, per attivare un confronto proficuo e costruttivo, dove un sindacato di professionisti come il nostro puo’ portare un apporto positivo, per rendere un servizio al cittadino sempre migliore.
Cesare Hoffer- Coordinatore Nursing up Trento