“Solidarietà”, non si sente parlare d’altro, una parola che campeggia su giornali e telegiornali, declamata in più e più occasioni, soprattutto in questa stagione di sconvolgimenti climatici e politici. L’abbiamo letta e sentita così tanto da farcela sembrare scontata: chi di noi non si sente solidale con le persone colpite da nubifragi o altre tragedie?
Non vedendo mani alzate, la risposta pare ovvia, un po’ meno la domanda: essere solidale, che significa?
Il principale riferimento per la lingua italiana, Treccani, riporta: «L’essere solidario o solidale con altri, il condividerne le idee, i propositi e le responsabilità.»
Subito si mette in chiaro un punto: solidarietà si accompagna a responsabilità.
E continua: «In senso più ampio, su un piano etico e sociale, rapporto di fratellanza e di reciproco sostegno che collega i singoli componenti di una collettività nel sentimento appunto di questa loro appartenenza a una società medesima […].»
La solidarietà si esprime, quindi, nella responsabilità e nel reciproco sostegno, in cui trova il suo compimento: è una forma di impegno etico e sociale a favore di altri, che implica uno sforzo attivo e gratuito. Senza l’agire è di fatto svuotata di valore e dell’impegno che le sono intrinseci, una solidarietà “da salotto”, potremmo dire, che si esaurisce in un atteggiamento di benevolenza e vacua comprensione.
Questa riflessione sgorga – è il termine adatto, davanti ad una fontana in legno, costruita a mano e regalata a delle ragazze e ragazzi con autismo. La dedica incisa “Noi per loro” è forse il sunto dei pensieri poc’anzi espressi: la solidarietà è un legame, crea e alimenta relazioni di aiuto materiale e morale tra le persone che si riconoscono appartenenti ad una unica collettività, che per crescere nel modo migliore deve saper accogliere e proteggere ogni individuo, riconoscendo quanto il valore di ciascuno sia importante per il benessere di tutti. È alla base dello sviluppo di una società armoniosa, basata sui valori di interdipendenza, condivisione e cooperazione, come la storia del nostro passato ci insegna.
Un sentito ringraziamento alla ditta Biasi Legno di Biasi Sergio di Coredo (TN), che ha stupito i ragazzi di Casa “Sebastiano” con questo bel gesto, uno sforzo attivo e gratuito in pieno spirito solidale, bello e apprezzato soprattutto nelle calde giornate di lavoro in campo con il progetto di “agricoltura sociale” con Agricola Predaia Società Benefit.
«Ci voleva proprio!» parola di Ylenia S.
Maggiori informazioni sul sito www.agricolapredaia.it