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No alla patrimoniale sulla casa in Alto Adige, colpisce le famiglie – Urzì (FdI): la Lega se ne tiri fuori

Stangata Imi in arrivo: non era nel programma di governo provinciale, la Lega si tiri fuori da questa imposta patrimoniale imposta da Arno Kompatscher che arriverà in Commissione il 20 ottobre.

Si tratta della più grave ipotesi di sempre di attacco al patrimonio delle famiglie altoatesine e dei legittimi proprietari di seconde case in provincia di Bolzano. La proprietà, in puro stile comunista, diventerà un bene da colpire, senza risolvere il problema del caro casa che discende dalle politiche protezionistiche della Provincia, è inaccettabile.

Sarà un colpo sotto la cintola drammatico e senza precedenti: tassare la proprietà è un provvedimento immorale e di stampo comunista, che non riconosce il diritto di avere proprietà immobiliare ancora da destinare o una semplice seconda casa come in tutta Italia ne esistono e per cui già si pagano servizi più cari.

Immaginiamo una famiglia che ha la proprietà di una seconda casa e che non la affitta perché se la affitta poi per sciogliere un contratto bisogna attendere anni, e spesso nemmeno è così semplice. E è invece in attesa delle scelte dei figli, l’università, un matrimonio, per decidere il da farsi. Secondo Kompatscher e la Lega dovrebbe affittarla con i mobili di famiglia dentro costringendo magari i figli dopo due anni ad andare in affitto a loro volta, quando hanno una casa in proprietà. Una follia.

O chi ha ereditato ma non ha i soldi per una ristrutturazione e non può affittarla così come è.

O chi ha una seconda casa (un diritto in Italia) e per la visione comunista di Kompatscher dovrebbe per questo pagare per la sua colpa di avere un patrimonio immobiliare. Ovviamente un incentivo per tutti gli italiani di tutta Italia che hanno seconde case per liberarsene, alla faccia del libero mercato. E un modo per cacciare italiani dall’Alto Adige.

La Lega che ha annunciato dopo Fratelli d’Italia battaglia contro la patrimoniale sulla casa a livello governativo (la riforma Draghi) non può rimanere silenziosa sulla patrimoniale sulla casa in Alto Adige.

Saranno colpiti non solamente i patrimoni di chi ha di più (sono pochi gli speculatori immobiliaristi) ma anche se non soprattutto le famiglie del ceto medio, che hanno ereditato dai genitori, che aspettano che i figli si sposino.

Una manovra contro la famiglia che è come una foglia di fico: il costo della casa è esploso perché la politica protezionista della Provincia dai tempi di Benedikter ha di fatto centellinato l’immissione sul mercato del terreno edificabile di appezzamenti agricoli, facendo lievitare a dismisura il valore della casa, arricchendo generazioni di contadini.

Poi sono arrivati gli incentivi della Provincia: più soldi per sostenere l’acquisto hanno significato rialzo dei prezzi. La Provincia paga la differenza fra il costo della casa qui e nel resto d’Italia: un costo sociale insostenibile che dovrebbe essere eliminato garantendo terreni su cui costruire a costi accettabili. Così si risolve il problema della casa e degli affitti, non applicando “espropri proletari” attraverso patrimoniali.

Noi affronteremo il dibattito sulla legge sulla tassa sulla casa con severità ma anche una proposta: va bene intervenire sull’accumulo di proprietà da parte di singoli gruppi imprenditoriali a scopi speculativi, va bene sbloccare i cantieri infiniti ma non colpire la casa delle famiglie, per cui chiederemo che sulle quote minori di seconda casa in attesa di destinazione sia garantito un lasso di tempo di cinque anni per fare decidere le famiglie. No alla patrimoniale indistinta sulla proprietà.

Alessandro Urzì

Consigliere regionale e provinciale di Fratelli d’Italia