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Legge contro i rave party? Non criminalizzare i raduni musicali

In un’intervista la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese fa sapere che sta valutando una legge particolare contro i rave party. Sull’onda lunga di alcuni di questi raduni della scorsa estate, la nostra ministra sembra che voglia rendersi utile per la sicurezza pubblica che, nella specifica fattispecie, questi raduni musicali rappresenterebbero.
Una legge contro i rave party e non contro gli eventuali reati che poterebbero essere commessi in occasione di questi raduni. Anche perché i reati riscontrati durante i rave crediamo che siano perseguiti come leggi comandano, leggi che già esistono. O ci sono dei nuovi reati prodotti dai rave di per sé che ci sfuggono?

Ci auguriamo che, al di là delle parole di un’intervista e, considerando che la nostra ministra ha detto di volersi consultare col ministro della Giustizia, ci rifletta un po’ meglio ed eviti di addebitarsi la nomea di ministra contro i rave.
I reati sono già reati. Purtroppo conosciamo già la logica che ispira la nostra ministra… è quella del reato di associazione a delinquere. Dove, oltre a punire il reato commesso, si viene piniti per essersi associati per commettere un reato. Un tipico reato d’opinione. Se il legislatore decidesse prima o poi di metter mano a questo capitolo, si leverebbe la possibilità che la fantasia punizionista delle autorità si sbizzarrisse mettendo in serio pericolo i diritti dei cittadini.