Bitcoin rompe un nuovo 𝙧𝙚𝙘𝙤𝙧𝙙 e ha sfondato in queste ore la resistenza dei 69 mila dollari per poi ridiscendere a 68 mila dollari.
La criptovaluta per eccellenza, nonostante la recente corsa al rialzo, mantiene un outlook fortemente positivo, che potrebbe continuare nei prossimi giorni a meno che non ci siano sconvolgimenti fuori mercato.
Il nuovo record, che si colloca all’interno di una bull run che potrebbe terminare nelle prossime settimane, è stato innescato – soprattutto – dai dati sull’inflazione statunitense, che con ogni probabilità avrà forti ripercussioni, nei prossimi giorni, anche in Europa.
Da quanto sopra, però, deriva una certezza: la criptovaluta più conosciuta al mondo viene ancora vista come un bene rifugio alla pari dell’oro. Per questo motivo viene anche chiamato con il termine di oro digitale.
Il vero problema riguarda il rischio di un aumento dei tassi d’interesse da parte della FED. Come prepararsi e cosa sta arrivando? Alcuni scelgono di credere alle notizie e alle parole di personaggi come Jerome Powell che l’inflazione è transitoria, che non andrà avanti e non diventerà qualcosa di molto peggio, che torneremo più facilmente alle cose e questo è tutto guidato dalla catena di approvvigionamento.
Altri economisti invece sono dell’idea che lo scenario è ben diverso. La questione semplice è che non si può stampare il 25% della tua offerta monetaria in un anno e non aspettarti di avere una forte inflazione, non si può impegnarsi in miliardi e trilioni di dollari di piani di welfare e non avere inflazione, non puoi avere qualcosa per niente, e non svalutare la valuta su cui si basa.
La storia nei fatti si sa ripetendo e con il rischio che l’aumento dell’1% dei tassi di interesse corrisponde generalmente a una diminuzione del 10% delle valutazioni immobiliari. Gli attuali tassi di base sono intorno allo 0,5%. Ciò significa che la proprietà è generalmente sopravvalutata di almeno il 40-50%. Dobbiamo considerare, infine, che questa inflazione attuale è la peggiore degli ultimi 30 anni, il che significa che in realtà siamo diretti a tassi di interesse del 5,5-12% se seguiamo la storia e questa è una correzione molto più ampia nelle attività di crescita speculativa, inclusa la proprietà basata sulla crescita ad alta velocità in City’s.
In conclusione le possibilità sono due: una prevede l’intervento a breve sia la FED che delle altre banche centrali per fermare lo sviluppo di un episodio di iperinflazione, che causerà un brusco crollo del 30-50%. In alternativa non verrà fatto nulla e si continuerà a parlare che è inflazione transitoria, lasciando che l’iperinflazione si sviluppi. Quest’ultima ipotesi non risolverà il problema che verrà affrontato nel lungo periodo con pesanti conseguenze sul mercato. L’inflazione significa che è probabile che il potere d’acquisto complessivo delle persone diminuisca e una minore disponibilità al credito a causa degli aumenti degli interessi smorzerà la mania.