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Vaccini. Per lo psichiatra Crepet: “La comunicazione sta facendo danni psicologici devastanti. Ci sarà una grande resistenza alla terza dose”

Lo psichiatra ha iniziato il suo intervento parlando proprio del Covid e dei vaccini: "Non c’è stato verso di far capire al governo che sarebbe necessario avere psicologi e psichiatri nel Comitato tecnico-scientifico.

Lo psichiatra Paolo Crepet è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, su Radio Cusano Campus per parlare dei possibili risvolti psicologici che il Covid e le questioni legate ai vaccini possono aver indotto nella popolazione italiana.

Lo psichiatra ha iniziato il suo intervento parlando proprio del Covid e dei vaccini: “Non c’è stato verso di far capire al governo che sarebbe necessario avere psicologi e psichiatri nel Comitato tecnico-scientifico. Non è una questione di mettere una persona in più. Il problema è comunicativo. Non capire il danno psicologico che può fare una certa comunicazione è devastante. Ad esempio, sulla terza dose: se tu non capisci che l’Italia è stanca, la gente è stanca, molti dei vaccinati si sono vaccinato obtorto collo, non perché fossero convinti, l’hanno fatto perché altrimenti non poteva salire su un treno o andare al ristorante. E’ evidente che dopo alcuni mesi la protezione del vaccino inizia a scemare e bisognerà fare la terza dose tutti. Ci sono dei virologi però che dicono che non è così, che tanto non si va in ospedale, se tu dici così quello che già era poco convinto di farsi due dosi, perché dovrebbe farsene tre? Non ci vuole un genio per capire che dal punto di vista psicologico ci sarà una grande resistenza alla terza dose. Sono stati chiusi alcuni hub di vaccinazione, se tu togli le tende del circo significa che non vai più a vederlo. Perché lo fai, quando devi fare ancora i vaccini ai bambini e devi fare le dosi di richiamo a tutti? Lo togli perché ti costa, ma è un simbolo l’hub, è stato un simbolo di rinascita. Togliere quel pilastro significa togliere sicurezza, una parola fondamentale: rassicurare”.

Successivamente Paolo Crepet ha trattato il delicato, e già ampiamente discusso, tema del vaccino anti covid per i bambini: “Tutti fanno le conferenze stampa, ma perchè parlare di vaccini per i bambini fino a che l’Ema non ha dato il suo consenso? Da una parte si cerca sensazionalismo per dire che siamo apposto, 85% di vaccinati suona bene, ma invece è uno scarso 80% perché bisogna includere anche i bambini sotto i 12 anni. Dunque c’è un 20% di non vaccinati. Ci voleva una sola persona a parlare per il governo, non 27 virologi e immunologi che non si perdono neanche il commento post-partita”.