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Coldiretti: “Con aumento dei contagi e possibili passaggi a zone gialle o arancioni, a rischio 5 miliardi di spesa per pranzi e cene di Natale”

Questo è quanto stimato da Coldiretti facendo riferimento all’importanza di adottare misure per contenere la pandemia con il green passa rafforzato.

“Con l’avanzare dei contagi e il possibile cambio di colore in giallo o arancione sono a rischio 5 miliardi di spesa in ristoranti e agriturismi per pranzi e cene nelle festività di fine anno in uno dei circa 360mila tra ristoranti, trattorie, pizzerie, agriturismi da Nord a Sud della Penisola, dove aumenta il pericolo di un ritorno delle restrizioni a causa della ripresa dei contagi”.

Questo è quanto stimato da Coldiretti facendo riferimento all’importanza di adottare misure per contenere la pandemia con il green passa rafforzato.

“Non si tratta solo di garantire il bisogno di convivialità ma anche di sostenere la ripresa dell’economia e la tenuta dell’occupazione” ha affermato in merito il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, sottolineando poi come sia importante “non mettere in crisi una filiera che dà lavoro a ben 4 milioni di persone in 740mila aziende agricole e 70mila industrie alimentari”.

Se il passaggio alla zona gialla prevede poi un massimo di 4 persone per tavolo al chiuso in bar e ristoranti, con il passaggio in zona arancione invece, si rischia il divieto di consumare pasti all’interno del locale ma a preoccupare è anche l’impatto sulle attività turistiche con il rischio chiusura delle piste da sci per 3,8 milioni di italiani in vacanza in montagna prima della pandemia.

Tali chiusure e restrizioni andrebbero a frenare la ripresa della ristorazione già tra i settori più danneggiati dalla pandemia con i consumi alimentari degli italiani fuori casa che nel 2020 sono scesi al minimo da almeno un decennio con un crack senza precedenti per bar, ristoranti, trattorie e agriturismi che hanno dimezzato il fatturato (-48%) per una perdita complessiva di quasi 41 miliardi di euro.

Ma la situazione si ripercuote a cascata sull’intero sistema agroalimentare con oltre un milione di chili di vino e cibi invenduti nell’anno della pandemia.

“La drastica riduzione dell’attività pesa infatti sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco” ha poi concluso Coldiretti.

Secolo Trentino