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Economia

Powell (Federal Reserve): “La variante Omicron è una minaccia per l’economia”

Ad avere preoccupazioni per la variante Omicron, scoperta di recente nei paesi dell’Africa meridionale, è anche Jerome Powell, Presidente della Federal Reserve, la banca centrale degli Stati Uniti. A suo dire, il possibile aumento dei casi darebbe un’ulteriore scossa all’inflazione, parametro che tra riaperture e minacce di nuove ondate si sta facendo sempre più incerto.

L’aumento recente dei casi Covid e la variante Omicron pongono rischi di calo dell’occupazione, di ribasso dell’attività economica e di maggiore incertezza per l’inflazione. Una maggiore preoccupazione per il virus, infatti, potrebbe ridurre la disponibilità delle persone a lavorare in presenza, rallentando il progresso del mercato del lavoro e intensificando le interruzioni nella catena di approvvigionamento“. Queste, in sintesi, le preoccupazioni che Powell presenterà al Senato americano nella giornata di oggi, dovendo riferire per ogni trimestre economico così da coordinare al meglio l’attività politica.

Powell ha poi aggiunto che è sempre più difficile prevedere la persistenza dell’inflazione e l’impatto dei vincoli di offerta, anche se già si può dire con relativa certezza che i fattori che spingono l’inflazione al rialzo saranno presenti e decisivi anche nel 2022. Alcuni fattori, però, dovrebbero ridursi significativamente: per esempio, le catene di approvvigionamento dovrebbero sbloccarsi progressivamente, portando così a un riequilibrio dei prezzi.

Nel frattempo, la variante Omicron ha già inciso sulla Borsa: l’indice Dow Jones Industrial Average è sceso di 900 punti segnando un -2,5%, centrando la peggior sessione dell’anno nell’ultimo giorno di negoziazione settimanale. Ieri invece c’è stato un piccolo rimbalzo positivo, forse anche per le notizie progressivamente più rassicuranti sull’aggressività della variante. Ma la preoccupazione rimane: se la scorsa settimana il 25% degli investitori credeva che la Federal Reserve avrebbe avuto ancora tassi di interesse vicini allo zero nel giugno 2022, ora questa percentuale si attesta al 35%. Il rendimento dei titoli del Tesoro a 10 anni è sceso di 15 punti base prima di rimbalzare sopra l’1,5% lunedì, segno che la situazione economico-finanziaria non è certamente stabile.