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Il caro bollette sembra irreversibile… a meno che… organizzarsi per farsi meno male (ADUC)

Il costo delle bollette energetica è già alto, ma nei prossimi mesi dovrebbe arrivare a livelli che per non pochi potrebbero diventare insostenibili. La politica sta discutendo, sembra muoversi, ma al momento sembra che ci siano solo iniziative tampone, non strutturali.
E’ quello di cui abbiamo bisogno? Certamente un aiutino per la bolletta fa piacere a tutti, ma oltre all’oggi c’è anche un domani quando il “prendi da una parte e mettilo per ridimensionare il caro-bolletta” sarà esaurito. La difficoltà si percepisce già oggi, dove dal cilindro del premier Mario Draghi emergono proposte che la sua stessa maggioranza non accoglie *. E a sentire il ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, si ha la certezza che al governo stiano navigando a vista.

Il problema andrebbe quindi affrontato strutturalmente, anche in considerazione del fatto che per il determinante aiuto Ue è molto probabile che si vada oltre la fine del 2022.
Il punto di partenza è che il nostro Paese è povero di energia. Nel 2020 l’energia elettrica l’abbiamo prodotta utilizzando per il 43% gas naturale, che importiamo al 96%. Dipendiamo quindi da fonti estere e, di conseguenza, sottostiamo a “ricatti” geopolitici. In un contesto in cui l’Italia è fuori dal nucleare (due referendum, 1987 e 2011, hanno respinto questa fonte), nonostante a pochi chilometri dai nostri confini abbiamo le centrali di Francia, Svizzera e Slovenia. Inoltre abbiamo bloccato la ricerca del gas nel mare Adriatico, i parchi eolici e fotovoltaici sono scarsi e problematici, e, avendo deciso di abbandonare il fossile, non estraiamo il petrolio che sembra ci sia in Basilicata e Pianura Padana.

Sarà forse il caso che ci si faccia carico di questa situazione con tutta l’urgenza che essa richiede?
Le proposte e le idee possono essere tante, ma come le raccogliamo e le facciamo diventare realtà?
Crediamo che occorra un grande coinvolgimento di tutte le energie a disposizione, proprio come stiamo già facendo per combattere la pandemia del covid e che, stando ai dati, ci fa essere un paese più responsabile e consapevole rispetto alla media europea e mondiale. Per farlo occorre superare il particolarismo e la sensazione diffusa che il problema possa essere solo di qualche aggiustamento di risorse fiscali. Il governo avrebbe il potere per farlo: una chiamata di ognuno alla propria responsabilità, per ridisegnare un modello di politica e di vita, a partire dal piccolo quotidiano domestico ed imprenditoriale. Facendo molta attenzione alla negatività di qualunque sovranismo energetico… mai come in questo caso l’apertura dei mercati può essere foriera di novità e alternative.
Il punto di partenza potrebbe essere il risparmio energetico, individuale e collettivo.