“Necessario il vaccino anti-Covid per acquistare alcol e marijuana“. Questa l’iniziativa del Québec, provincia francofona del Canada, per cercare di convincere gli ultimi no vax del Paese. Un’iniziativa che sembra aver centrato il successo sperato.
Se infatti prima di questo “Green Pass” le prenotazioni della provincia si attestavano su 1.500 appuntamenti giornalieri, il Ministro della Salute del Québec – una sorta di assessore regionale – Christian Dubé ha dichiarato che ora ci si attesta su 6.000 somministrazioni quotidiane. Al 1° gennaio, il tasso di vaccinazione del Québec si attestava al 78%, risultando la quinta provincia per vaccinazioni dopo British Columbia, Nuova Scozia, Isola del Principe Edoardo e Terranova-Labrador. Nonostante siano numeri più alti dei “cugini” statunitensi (il Vermont è il primo stato per vaccinazioni fermo al 77,8%) evidentemente si è voluta dare un’accelerazione all’immunizzazione.
A incidere sulla decisione è stata anche la crescita dei ricoveri ospedalieri dovuti al Covid e alla diffusione della variante Omicron, che ha portato i contagi a salire da 3.000 a 40.000 in meno di un mese. Il “Green Pass” imposto di fatto dal Québec riserva solo ai vaccinati l’accesso alle strutture sanitarie, agli impianti sportivi, ai cinema, ai bar e ai club, esentati unicamente i bambini sotto a 13 anni. Per tutti, invece, è in vigore il coprifuoco, dalle 22 alle 5.
L’alcol e la marijuana per consumo domestico sono dunque diventati uno strumento per aumentare ulteriormente le vaccinazioni. Tra l’altro, sembra che la Cannabis sia un potente rimedio contro il Covid. Secondo un nuovo studio condotto dall’Oregon Stati University, i composti naturali della canapa hanno il potenziale per combattere il Covid-19.
Sembrerebbe che l’acido cannabigerolico e cannabidiolico impediscano al virus di penetrare nelle cellule umane sane, rappresentando così una protezione naturale dal contagio. I composti, peraltro, possono essere assunti per via orale con una lunga storia di uso sicuro negli esseri umani, a detta di Richard van Breemen, ricercatore del Global Hemp Innovation Center.