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Obbligo mascherine Ffp2 per bambini. Urzì (FDI): “Esistono Ffp2 taglia piccola, ma non possono essere considerate valide per bambini”

Ad affermarlo è stato il consigliere provinciale di Fratelli d’Italia Alessandro Urzì che, nelle scorse ore, ha presentato un’interrogazione urgente al fine di conoscere

“La nuova normativa nazionale prevede l’utilizzo obbligatorio delle mascherine Ffp2 per tutti i bambini a partire dai sei anni di età sui mezzi pubblici, oltre che per tante altre attività quotidiane e per gli studenti di medie e superiori anche in aula per almeno 10 giorni in caso di una positività accertata.”

Ad affermarlo è stato il consigliere provinciale di Fratelli d’Italia Alessandro Urzì che, nelle scorse ore, ha presentato un’interrogazione urgente al fine di conoscere le modalità con le quali la Provincia si intenda attivare per fare in modo che tutte le famiglie dispongano di dispostivi di protezione, dotati di idonea certificazione, adatti ai bambini.

Alessandro Urzì, proseguendo nel suo intervento, ha sottolineato come, sebbene in commercio risultino esserci mascherine Ffp2 “small” o dedicate ai bambini, nei fatti la realtà sia ben diversa: “in realtà non esistono dispositivi Ffp2 per bambini, perché queste mascherine sono state ideate e prodotte come dispositivo di protezione delle vie respiratorie per alcune categorie di lavoratori. La norma EN che ne regola le caratteristiche non prende in considerazione i più piccoli e di conseguenza alcuni parametri sono adatti solo agli adulti. Esistono Ffp2 di taglia piccola, ma non possono essere considerate valide per i bambini.”

Inoltre, l’esponente di Fratelli d’Italia ha anche evidenziato come per questo particolare tipo di dispositivi di protezione non sia previsto il prezzo calmierato a 75 centesimi e come vi sia la possibilità che le famiglie possano spendere cifre più alte per avere prodotti non idonei ad essere utilizzati dai bambini.

È opportuno che la Provincia si interfacci urgentemente con Roma: se non vi sono dispositivi Ffp2 idonei e certificati per bambini è necessario ripensare la norma” ha infine concluso Alessandro Urzì.