Anche la Diocesi di Trento, su sollecitazione dell’arcivescovo Lauro, si unisce mercoledì 26 gennaio alla Giornata di preghiera per la pace voluta da papa Francesco a causa dell’inasprirsi delle tensioni in Ucraina che “mettono in discussione la sicurezza nel Continente europeo, con ripercussioni ancora più vaste”, ha sottolineato il Papa all’Angelus di domenica scorsa.
Il Papa
“Faccio un accorato appello a tutte le persone di buona volontà – ha detto Francesco -, perché elevino preghiere a Dio onnipotente, affinché ogni azione e iniziativa politica sia al servizio della fratellanza umana, più che di interessi di parte. Chi persegue i propri scopi a danno degli altri, disprezza la propria vocazione di uomo, perché tutti siamo stati creati fratelli”.
Don Lauro
“Invito le nostre comunità cristiane – fa eco l’arcivescovo Lauro – ad unirsi in un un’unica accorata preghiera al Dio della pace, con un pensiero particolare a tutte le ucraine e gli ucraini che vivono in Trentino e in questo momento sono in particolare apprensione per le loro famiglie e il loro popolo. Dal loro futuro passa anche il destino del Vecchio Continente e il fragile equilibrio mondiale”.
Martedì, il segretario del Consiglio per la sicurezza e la difesa nazionale dell’Ucraina, Oleksiy Danilov, ha dichiarato ai giornalisti che Kiev considera – e i rapporti dell’intelligence occidentale concordano – che la “destabilizzazione interna” causata dal panico per una potenziale ulteriore invasione russa è “il problema numero uno”, non un potenziale invasione.
Con questa “destabilizzazione” – che porta al panico generalizzato e al crollo della valuta nazionale, la grivna – “i russi non hanno nulla a che fare qui”, ha affermato Danilov, secondo l’outlet statale Ukrinform .
Le osservazioni seguono molteplici discorsi nazionali del presidente ucraino Volodymyr Zelensky che esortano gli ucraini a ignorare le dichiarazioni agitate dell’amministrazione del presidente Joe Biden e dei suoi alleati che prevedono un’imminente invasione russa in Ucraina più in profondità di quanto non lo sia già Mosca. La Russia ha invaso l’Ucraina nel 2014, colonizzando la penisola ucraina della Crimea e sostenendo i “separatisti” nella regione orientale del Donbas. Mosca insiste che la guerra del Donbas sia una “guerra civile”, ma Kiev ha rivelato ampie prove del sostegno militare russo contro l’esercito ucraino.