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Editoriali

Gli adoratori del Dio Amazon mettono all’indice vino e birra

Dalla lettera scarlatta a quella nera. Dalla A di “adultera” alla F che è solo l’iniziale della follia che attanaglia le menti degli euroimbecilli impegnati a modificare i consumi alimentari e gli stili di vita del Vecchio Continente. Una F nera che servirebbe per mettere al bando tutte le bevande che contengono anche una minima percentuale di alcol. Ma, come per la finestra di Overton, si tratta solo dell’ultimo passo (sino ad ora, ma si peggiorerà progressivamente) di una squallida operazione per uniformare i sudditi di tutto il mondo, obbligandoli a consumare le stesse schifezze ovunque. Soprattutto quelle prodotte o gestite dalle grandi multinazionali.

La scusa, come sempre, è quella della salute, delle maggiori aspettative di vita. Come per le mascherine da indossare nei boschi durante le passeggiate solitarie. Ce lo avevano detto gli esperti di farfalle, ora ce lo raccontano gli esperti di Nutriscore. Quelli che vietano i formaggi ed approvano il cibo sintetico. Quelli che fingono di ignorare che laddove si sceglie la dieta mediterranea si vive meglio e anche più a lungo. Quelli che negano l’esistenza di un’isola chiamata Sardegna, isola creata dalla fantasia e dove solo la leggenda narra di una concentrazione record di ultracentenari. Quelli che si sono appigliati ad ogni genere di statistica pur di dimostrare che il “paradosso francese” (la scarsa incidenza di malattie cardiovascolari in rapporto al forte consumo di grassi alimentari: burro, formaggi, carni rosse). Il paradosso francese non esiste, non è il vino rosso a rappresentare un aiuto alla riduzione delle malattie, ma i francesi non lo sanno e continuano ad ammalarsi di meno pur continuando a bere vino e birra per accompagnare i piatti che fanno inorridire i nutrizionisti.

L’attacco allo stile di vita europeo è evidente. Si vanno a colpire quelli che sono simboli non solo alimentari ma che hanno rappresentato i simboli di una cultura, di un modo di vivere. Il maiale, animale intoccabile per le genti del deserto, era l’animale a cui era legata la sopravvivenza dei popoli europei. Sostituire le vacche con le cavallette e le capre con le larve non è solo una schifezza gastronomica, ma significa troncare radici, legami con il passato, con il territorio.

Significa rendere omogeneo ciò che omogeneo non è e non deve essere. Significa cancellare la biodiversità nonostante tutte le menzogne del politicamente corretto. Significa cancellare la diversità culturale. In fondo è lo stesso schifoso atteggiamento dei sostenitori della cancel culture. Cancellare Dioniso e Bacco per eliminare le radici greche e romane. Significa cancellare Aegir, Biersal, la celtica Dea Latis, ma anche Iside e la sumera Ninkasi. Ma gli adoratori del Dio Denaro, del Dio Amazon e di tutte le divinità delle multinazionali statunitensi non possono accettare che esista un Pantheon alternativo.

In nome della salute, ça va sans dire..

Augusto Grandi