Covid, vaccini, Green Pass, elezione del Presidente della Repubblica, Sanremo, crisi in Ucraina. Dall’inizio del 2022 sono state queste le notizie che hanno (quasi) monopolizzato l’attenzione mediatica nazionale, con giornali, tv e social network letteralmente monopolizzati da ultim’ore, indiscrezioni e retroscena su questi importanti argomenti.
A passare (quasi) sottotraccia però, è stata una notizia che, nei fatti, avrebbe dovuto interessare molto la popolazione italiana: dal 1° gennaio 2022 infatti, è stato abolito il bonus da 100 euro (l’ex bonus Renzi da 80 euro del 2015 poi aggiornato a 100 dal Governo Conte bis nel 2019) per tutti i lavoratori con reddito superiore a 15 mila euro annui.
Tale misura, che prende il nome dall’allora Presidente del Consiglio Matteo Renzi, introdotta nel 2014 con il Decreto Renzi e diventata poi strutturale con la Legge di Bilancio del 2015, prevedeva un contributo di 80 euro mensili in busta paga per tutti i lavoratori dipendenti. Nel 2019, il secondo Governo guidato da Giuseppe Conte aveva incrementato tale bonus portandolo a 100 euro mensili.
Con l’inizio del 2022 e con la nuova Legge di Bilancio, è stata introdotta la nuova riforma fiscale che, modificando le aliquote Irpef ha cambiato anche le modalità di erogazione del bonus mensile da 100 euro.
Nello specifico, la modifica delle aliquote Irpef, che sono passate da 5 a 4 (23%, 25%, 35% e 43% a seconda della fascia di reddito), ha comportato l’abolizione del bonus da 100 euro per tutti i lavoratori con redditi superiori a 15 mila euro annui, salvo specifiche e particolari casistiche.
Questo però non significa che chi supera tale scaglione vedrà ridotta la sua busta paga, per i lavoratori che superano tale fascia, il bonus dovrebbe essere completamente sostituito, in base alla somma di tutte le altre deduzioni, dalle nuove detrazioni fiscali fino ad un importo massimo di 3100 euro annui, con un aumento di 65 euro mensili per chi rientra nella fascia 25/35 mila euro annui. Tali detrazioni da lavoro dipendente non verranno però riconosciute a chi supera il reddito limite di 50 mila euro annui.
Sebbene nella sostanza, per i lavoratori italiani, poco o nulla dovrebbe cambiare in termini reddituali e di detrazioni fiscali, stupisce come una notizia del genere che, nei fatti, dovrebbe interessare molto sia passata (quasi totalmente) sottotraccia.
Se da un lato è vero che il Covid, così come le sorti del Green Pass, l’elezione del Presidente della Repubblica e Sanremo, sono state (ognuna a modo loro) importanti in questi mesi iniziali dell’anno, è altrettanto vero che la diffusione di notizie che interessano direttamente “il portafoglio” degli italiani siano fondamentali per evitare inutili allarmismi.
Nonostante tutto però, l’importante è che nulla (o quasi) per le tasche degli italiani (già fortemente provate dagli strascichi della pandemia) sia cambiato e che lo Stato continui ad avere a cuore le sorti di tutta la sua popolazione, specialmente le fasce più fragili.