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Guerra anche a mezzo rete: siamo tutti vulnerabili e non è la classica guerra in medioriente

L’idea è che ormai da tempo, se non mesi anche anni, Vladimir Putin abbia pianificato questa operazione che – stando alle sue parole – doveva essere militare, ma che ha in gran parte superato il limite del diritto, come abbiamo visto. Anche se, ovviamente, bisogna tener presente la enorme diversità di vedute tra oriente ed occidente, come premessa.

Quello che sembra però emergere è anche la modernizzazione degli strumenti utilizzati dal Presidente della Federazione Russa per affrontare questa sua guerra: il mix della nuova guerra via aria, terra, combattuta e anche fredda contempla sia la minaccia, basti pensare alle parole pragmatiche del discorso di Putin, che fisicamente l’occupazione dell’area limitrofa a Chernobyl, chiara metafora delle intenzioni, che la realtà, la rete sotto attacco, i primi obiettivi rasi completamente al suolo. Basti pensare alle operazioni relative a: aeroporti militari, porti, sedi delle basi militari. Sono alcuni degli obiettivi.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha parlato solo delle vittime umane, ma da molto tempo la preparazione del conflitto pare essere passata attraverso altri due canali che non sono stati ben chiariti: il canale economico, per lo spostamento e la preparazione dei fondi per la guerra e quello informatico della cyberguerra, ovvero della possibilità di essere sostanzialmente monitorati da tempo, rendendo difficile un previsionale, del resto abbiamo chiuso le frontiere fisiche per mezzo del COVID e quindi abbiamo completamente aperto quelle digitali mettendoci in piazza senza difese. Un fatto che non era stato previsto e considerato.

Ma un diverso tipo di guerra è già in corso. I siti web del ministero della Difesa ucraino, l’esercito, così come le interfacce di due grandi banche sono stati colpiti il 15 febbraio, in uno dei più grandi attacchi informatici che il paese abbia mai visto. Il ministro ucraino della trasformazione digitale Mykhailo Fedorov ha dichiarato in una conferenza stampa che l’obiettivo chiave di questo attacco era destabilizzare, seminare il panico e creare caos nel paese.

La Cina, pur mantenendo ufficialmente una posizione neutrale e chiedendo moderazione, ha mostrato segni di tacito sostegno alla Russia. Potrebbe anche prendere parte come sostegno esterno ingestibile, a questo punto, alla guerra informatica che Mosca ha impiegato.

Anirudh Suri, socio fondatore dell’India Internet Fund e autore di The Great Tech Game, ritiene che Russia e Cina possano essersi coordinate per dividere l’attenzione e gli sforzi degli Stati Uniti. Un fatto che da ieri sarebbe anche confermato dalle dichiarazioni di ingerenza, arrivate da Taipei.

Insieme, hanno l’opportunità di aprire due fronti e potenzialmente dissanguare gli Stati Uniti”, ha detto a The Quint in un comunicato stampa pubblicato pochissime ore fa. La guerra informatica consiste generalmente in attacchi digitali contro uno stato nemico. Quando questo arriva in tandem con l’aggressione fisica, come in Ucraina, diventa guerra ibrida.

Cosa è accaduto in Ucraina? Secondo quanto pubblicato dunque da questi esperti i recenti attacchi sono stati principalmente di due tipi: siti Web governativi e attacchi DDoS (Distributed Denial of Service), durante i quali gli hacker sovraccaricano un server con un’inondazione di traffico Internet. Microsoft ha anche rilasciato informazioni sulla comparsa di malware chiamato “WhisperGate” sui sistemi governativi. Molti servizi essenziali – sanità, elettricità, banche, telecomunicazioni – possono essere colpiti, portando non solo a enormi danni economici, ma anche alla vita e ai mezzi di sussistenza delle persone. MC