Esteri

Prigionieri russi gambizzati: l’indiscrezione della Bild che getta un’ombra sulla guerra in Ucraina

Secondo un’indiscrezione diffusa dalla Bild, quotidiano tedesco noto per il taglio particolarmente scandalistico dei suoi articoli, sembrerebbe che l’esercito ucraino, nel rispondere all’invasione russa del mese scorso, si stia macchiando di crimini di guerra.

Il 27 marzo, la Bild ha mostrato nel suo notiziario online un filmato che mostrerebbe la gambizzazione di alcuni soldati russi a opera di militari ucraini. Catturati mentre scendevano da una camionetta, i soldati agli ordini di Vladimir Putin sono stati colpiti agli arti inferiori così da impedire ulteriori fughe.

I russi sono ammanettati, hanno gli occhi bendati e vengono colpiti dai soldati ucraini alle gambe così da non poter più camminare. Si tratta di un video forte” sostiene il giornalista tedesco nel presentare questo filmato, in cui si vede anche un soldato russo inginocchiarsi per evitare di essere gambizzato come altri due compagni ma non viene comunque risparmiato.

Abbiamo volutamente mostrato il video censurato con i pixel e solo in minima parte, mostrando appena tre soldati sui dieci che apparivano nelle riprese originali. Tutti e dieci mostravano ferite alle gambe. I soldati che commettono le violenze sono ucraini e parlano russo con accento ucraino” commenta il giornalista del quotidiano tedesco.

Nel caso in cui le immagini dovessero dimostrarsi vere, si tratterebbe di un vero e proprio crimine di guerra commesso dalle truppe ucraine, trattandosi di soldati che si erano arresi ed erano già stati fatti prigionieri. La Bild chiede a Zelenskyy – il presidente ucraino – di spiegare queste immagini, poiché se è vero che si tratta di una guerra difensiva da parte degli ucraini, un comportamento simile sui prigionieri non è altrettanto “comprensibile”, secondo la Bild.

Può trattarsi di un comportamento isolato di alcune truppe particolarmente aggressive – tra le più note, anche se non è strettamente coinvolto coi fatti mostrati dal quotidiano tedesco, c’è il Battaglione Azov – oppure di un atteggiamento condiviso da tutto l’esercito. Fatto sta che questa indagine segna un primo distacco tra l’opinione pubblica occidentale e l’Ucraina.

Secolo Trentino