Dopo quasi due mesi di guerra in Ucraina, sembra che l’opinione pubblica stia pian piano cambiando lo storytelling della tragedia. Se prima Putin veniva visto come unico colpevole e la Russia come una minaccia alla stabilità mondiale, ora anche il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy e il battaglione Azov sono entrati nell’occhio del ciclone mediatico.
Il Presidente ucraino è stato ripetutamente attaccato dopo aver respinto come “ospite non gradito” il Presidente della Repubblica Federale Tedesca Frank-Walter Steinmeier e dopo aver dichiarato al FMI che l’Ucraina necessiterà di 7 miliardi al mese per la ricostruzione, cifre che sicuramente non hanno migliorato la valutazione di Zelenskyy dopo i ripetuti appelli a inviare armi pena l’essere “in parte responsabili” della strage di civili.
Il New York Times, in un articolo disponibile sulla loro piattaforma online, sta analizzando l’uso delle armi da parte dei russi e degli ucraini. Se i razzi con munizioni a grappolo sono stati frequentemente usati dai russi, nonostante siano vietati a livello internazionale, sembrerebbe dall’analisi dei giornalisti americani che anche gli ucraini le stiano usando nella parte orientale del paese, nel tentativo di riconquistare l’area.
Le munizioni a grappolo sono una classe di armi che comprende razzi, bombe, missili, mortai e proiettili di artiglieria. Il loro funzionamento è molto semplice: a mezz’aria queste munizioni si aprono, sganciando bombe più piccole su un’area sempre maggiore, rappresentando un pericolo soprattutto per i civili, visto che l’esplosione può avvenire anche in luogo significativamente lontani dal punto dove si svolge la battaglia. Proprio per questo motivo, nel 2010 è stata firmata la convenzione sulle munizioni a grappolo che ne vieta l’uso: un convenzione che non è stata firmata né dalla Russia, né dall’Ucraina, né dagli Stati Uniti.
“Non è sorprendente, ma sicuramente è sconcertante sentire che siano emerse prove che indicano un utilizzo di munizioni a grappolo da parte dell’Ucraina. Le munizioni a grappolo sono armi inaccettabili, che uccidono e mutilano i civili in tutta l’Ucraina” afferma Mary Wareham, direttrice della divisione armi di Human Rights Watch.
Dopo l’articolo del Times, l’esercito ucraino ha risposto con questa dichiarazione: “Le forze armate ucraine aderiscono rigorosamente alle norme del diritto umanitario internazionale. Una delle nostre priorità costanti è la sicurezza della popolazione civile. Non apriamo il fuoco né distruggiamo oggetti civili, né utilizziamo armi e metodi proibiti dalle Convenzioni di Ginevra“.
Questa dichiarazione, però, sembra essere smentita dagli abitanti di Husarivka, villaggio agricolo circondato però da linee di gas naturale che hanno reso la cittadina molto interessante per i soldati russi: l’esercito di Putin è entrato in città nei primi giorni di marzo, mentre un razzo da 220 millimetri è atterrato nel centro abitato quando la città era già sotto il controllo russo. Il razzo distribuiva munizioni a grappolo ed è atterrato vicino al quartiere generale improvvisato dell’esercito russo, dimostrando che le forze russe erano quasi certamente l’obiettivo.
Alcuni testimoni oculari affermano che nei giorni dell’occupazione almeno due munizioni a grappolo sono atterrate a poche centinaia di metri dal quartier generale russo, posandosi anche su un piccolo quartiere di una dozzina di case a un piano intervallate da piccoli giardini. Le munizioni contengono poco meno del doppio del tritolo presente in una bomba a mano standard.
Non solo, sembra che l’uso di armi a grappolo non sia una novità per l’Ucraina: anche nel 2015, infatti, le forze armate di Kiev hanno usato questo tipo di munizioni per contrastare i separatisti del Donbass. E i racconti dei pochi testimoni sono strazianti: “I russi sparano in un modo, gli ucraini in un altro. Dio mio, tuona tutto. Il 10 marzo si diceva che metà di Husarivka sarebbe partita per Chepelivka. Ho fatto le valigie e sono partita, sapendo che sarebbe peggiorato” ha affermato la signora Dvoretska che ha perso il marito proprio per un bombardamento ucraino a fine marzo. “Lo hanno trovato morto in casa il 23 e il 24 mi hanno a malapena contattato al telefono per avvisarmi. Lo hanno sepolto così com’era, con gli stessi vestiti, in modo disumano come un animale“.
Husarivka aveva una popolazione di poco più di 1.000 abitanti prima dell’invasione russa, ora è scesa a 400 unità. Gli ucraini hanno ripreso il villaggio il 26 marzo che adesso è attaccato nuovamente dall’artiglieria e dall’aviazione russa.