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Ambiente

Coppola sul Rifugio Erdemolo: no al raddoppio posti letto e volumi

Il lago di Erdemolo, con la sua suggestiva forma a cuore, si trova a 2014 metri sul livello del mare, attorniato dalla catena del Lagorai, una delle zone montane più belle e selvagge del Trentino. Nei pressi dello specchio lacustre c’è un piccolo rifugio che è stato chiuso nel 2012. La nuova proprietà ha presentato un progetto di ampliamento e il Comune di Palù del Fersina ha approvato la deroga per la sua ristrutturazione anche se il volume supera del 58,80% la percentuale del 30% consentita dal Piano regolatore. Il progetto prevede che si passerà dagli attuali 18 posti letto a 44 totali e un raddoppio della cubatura. Insomma uno dei luoghi più belli e incontaminati del Lagorai si trasformerà grazie a questo ampliamento sconsiderato. Siamo costretti a testimoniare ancora una volta il modo irresponsabile con cui si attaccano le nostre montagne. Il rifugio è da sempre un punto di appoggio per affrontare poi le grandi salite verso le cime, ma anche l’obbiettivo da raggiungere, il premio per la fatica dell’escursione. Non si può trasformarlo in un albergo snaturandone totalmente la caratteristica rustica e accogliente. Una struttura come il rifugio Erdemolo, così come lo si vuole realizzare, necessiterà di una strada di accesso per raggiungerlo; sarà inoltre inevitabile intervenire per adeguare l’ impianto fognario. La domanda che in tanti ci facciamo è la seguente: perché non si può ristrutturare il rifugio mantenendone le caratteristiche originarie? Sentiamo forte la necessità di confrontarci con amministrazioni ed enti locali competenti e responsabili, che sappiano valorizzare al meglio le preziosità ambientali che insistono sul proprio territorio. Consapevoli del fatto che sono beni comuni condivisi, che appartengono al Trentino e anche all’ Italia tutta. Sono patrimoni naturali per i quali ogni intervento deve caratterizzarsi per delicatezza e grandi attenzioni, mantenendo il più possibile la naturalità e l’ originalità. Forme e volumi, colori e materiali devono attingere alla visione del paesaggio circostante e armonizzarsi; l’ impronta deve essere lieve tanto da confondersi e da non prevalere sull’ intorno. Sentiamo sempre più la necessità di tecnici, urbanisti, architetti, competenti in tema di paesaggio. Attenti a non innovare per stupire, in una mania di grandezza che certi luoghi per definizione rifuggono. Capaci di riqualificare usando anche tecniche moderne ma conservando l’ impronta caratterizzante. Ricorrendo a un’ urbanistica specifica che rispetti la meraviglia e l’ unicità delle nostre montagne. Di sfregi in questi decenni ne abbiamo visti abbastanza, eco mostri che la natura non sempre è in grado di celare e l’ uomo di mitigare. Perciò davvero basta! Confidiamo pure che un ente superiore come la Provincia di Trento si interfacci, nel caso del Lago di Erdemolo e non solo, con i comuni interessati affinché non vengano compiute scelte improprie in nome di una territorialità e di un localismo che inevitabilmente deve fare i conti con istanze più generali che riguardano tutto il Trentino.
Lucia Coppola consigliera provinciale Gruppo Misto/ Europa Verde e co portavoce di Europa Verde del Trentino.