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Editoriali

 Un popolo rimbambito impara in tv come andare al cesso

Nostalgia canaglia. L’Italia, non essendo capace di guardare avanti e non avendo le basi per comprendere il passato, si rifugia della nostalgia di maniera. Rimpiangendo non una giovinezza vissuta ad alta velocità bensì tutto ciò che, durante la giovinezza, non si è fatto. E, dunque, riallacciandosi ad una infanzia protetta e guidata. Perché i bambini scavezzacollo non sono in linea con la nuova narrazione dei chierici di regime. La lettura de “I ragazzi della via Pal” è fortemente sconsigliata.

La nuova Italia, atlantista e guerrafondaia con i morti degli altri, è tornata all’inizio degli Anni 60. Non per il boom economico, ovviamente. Neanche per una voglia di vivere e divertirsi. No, quello fa parte del male assoluto. Il regime ha riportato gli italiani a “Non è mai troppo tardi”, il programma televisivo con il maestro Alberto Manzi impegnato ad alfabetizzare un Paese con troppe sacche di analfabetismo totale. Solo che, adesso, anche leggere e scrivere è diventato eccessivo per un popolo in totale regresso mentale.

Dunque la tv ai tempi di Sua Mediocrità e dei predecessori deve partire da altre basi. Bisognava insegnare agli italiani a lavarsi le mani. E vai con dotte trasmissioni affidate a fini intellettuali come Barbara d’Urso per spiegare l’utilizzo di acqua e sapone. Mentre negli uffici comparivano manifesti per illustrare le medesime procedure. Si crepa, sul lavoro. Però con le mani pulite.

Per imparare a lavarare le altre parti del corpo occorreva arrivare all’università. E sugli autobus i laureati dovevano essere pochi.

Altro corso fondamentale riguardava il modo di indossare una mascherina. Generazioni di bambini, per secoli, le hanno indossate regolarmente a Carnevale, ma la nuova Italia ha bisogno di lezioni ripetute in tv. Adesso, però, arriva la riforma del programma scolastico televisivo. Ed il gregge italico deve studiare, sul piccolo schermo, come lavarsi di meno; quali rubinetti utilizzare (peccato non ci sia il bonus per sostituirli); quanti risciacqui sono ammissibili per lo shampoo dal parrucchiere; come riutilizzare l’acqua di cottura degli spaghetti; quante volte utilizzare lo sciacquone del water.

Il problema non è la riduzione degli sprechi. Ma è l’idea di avere a che fare con un popolo di minus habentes che, anche nel pieno della maturità, devono essere guidati passo per passo per ogni minima attività. Dalle abluzioni mattutine alla scelta dell’abbigliamento, dalla cucina all’attività sessuale. D’altronde il Grande Fratello di Orwell interveniva, attraverso schermi interattivi, anche nel controllo della ginnastica individuale. L’Italia è andata oltre, arrivando anche all’igiene personale.

Ed il gregge è felice. Convinto di essere l’erede dei protagonisti del Rinascimento. Qualche idiota si considera persino discendente degli antichi romani. Il povero Giorgio Gaber si era illuso quando sosteneva che “Non c’è popolo più stupido degli americani”. Ora che l’Italia è iper atlantista, ha conquistato il medesimo diritto alla stupidità.

Augusto Grandi