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 Pil in calo, inflazione alle stelle, produzione in flessione. Ma i corpi intermedi non vogliono il cambiamento

Uno scenario “molto incerto”, secondo le analisi di Confindustria. Spread alle stelle – deve essere una conseguenza della ritrovata credibilità internazionale.. – debito pubblico esagerato, inflazione che vola, costo dell’energia insostenibile. Un disastro, insomma, quello provocato da Sua Mediocrità con il contributo del governo dei Migliori e dell’ammucchiata che lo sostiene.

Però, aggiunge Confindustria, ci sono elementi di ottimismo. In particolare la fine delle restrizioni per la pessima gestione del Covid ed il boom turistico legato all’estate ed al caldo da record. Forse un po’ troppo ottimismo. Così il governo, attraverso i chierici di regime, fa subito sapere che in autunno bisognerà tornare a nuove restrizioni per il Covid. Raggiungendo lo scopo reale delle nuove misure: impedire non il contagio del virus bensì le manifestazioni di protesta del gregge italico che, in autunno,  comincerà a rendersi conto dei disastri provocati da Sua Mediocrità.

In più è già arrivata l’Unione europea a minacciare razionamenti energetici per l’autunno, in conseguenza delle demenziali sanzioni contro la Russia. Al freddo, chiusi in casa, con cibo sempre più scadente. Che meraviglia Mario Draghi ed Ursula von der Leyen.

Cominciano ad accorgersene persino in Confcommercio. “A maggio – spiegano – sia la produzione industriale sia l’occupazione sono tornate a registrare una riduzione su base congiunturale; a giugno la fiducia delle famiglie si è collocata al minimo da novembre 2020”. Questi elementi si sono tradotti in una progressiva riduzione del Pil in termini congiunturali. Tale tendenza si dovrebbe confermare anche a luglio, mese per il quale la stima indica un calo dello 0,6% su giugno e una crescita nulla nel confronto annuo. Ed è uno dei mesi trainati dal turismo.. “Il dato rafforza i timori di una seconda parte dell’anno contraddistinta da una sostanziale stagnazione, anche al netto di effetti peggiorativi derivanti da impulsi avversi provenienti dall’estero”.

E di fronte a questo fallimento del governo, che fa Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio? Ovvio, sostiene la necessità di proseguire con questo governo fallimentare. Squadra che perde non si cambia..

Ma in fondo è giusto così. Se i corpi intermedi, pur rendendosi conto del disastro provocato da Sua Mediocrità, non osano chiedere un cambiamento, non osano chiedere neppure il diritto al voto, allora si meritano spread, inflazione, riduzione dei consumi, restrizioni, razionamenti, povertà. Il gregge ha il pastore che si merita.

Augusto Grandi