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Pensieri in Libertà

Oggi, proprio quando parli di Orwell, ci stai dentro con tutte le scarpe al Grande Fratello

È sconcertante quanto sia vero l’adagio che per nascondere bene un indizio lo si deve mettere sotto gli occhi di tutti: quasi nessuno lo vedrà. Tocca mettere a fuoco la vista, ma così facendo si vede diversamente dagli altri, un po’ come nella favola del Re Nudo.
Non parlo di teorie complottiste, quelle al contrario fanno parte della conformità della narrazione pro-plebe, bensì dei meccanismi di potere e di politica reale che non hanno praticamente nulla a che vedere con la narrativa. Non perché abbiano qualcosa da temere se rivelate, ma perché chi sta ai piani alti sa benissimo che la gente non ha la forza interiore per guardare la verità negli occhi, vuole che le si menta e chiede d’inseguire fole, come i malati rispetto alle malattie e i carcerati sulla fine  pena. D’altronde aveva spiegato bene Pirandello come la società voglia a tutti i costi “vestire gli ignudi”.

Tecniche di gestione orwelliana
Dal 1945 più o meno ovunque regnano i gangsters, così come aveva preavvertito il Cancelliere tedesco. Con la mentalità rapace e cinica dei gangsters e con la tecnologia moderna, da un lato i Capone si scontrano tra bande e dall’altro raccontano menzogne alle plebi. Usano delle tecniche perfezionate, che si possono perfettamente ricavare leggendo 1984 che fu dettato ad Orwell proprio dagli ideatori di quelle tecniche. Fa sorridere che oggi la gran massa che cita il libro lo faccia per denunciare come si stia cadendo in una dittatura (magari, purtroppo è democrazia pura!) ma non si accorga mai delle tecniche in atto, che pur denuncia, cadendo invece con tutte le scarpe in ogni trappolone.
Tutto il (dopo)guerra (che in realtà continua sempre contro di noi) è stato gestito con quelle tecniche, applicate al gregge globale mentre le bande del capitalismo comunista e del comunismo capitalista si contendevano il bottino. La formula di Lenin “unità e scissione” è perfetta.
I più acuti osservatori – ce ne sono stati – hanno notato come negli scontri ufficiali le potenze chiamate a recitarli (e anche ad animali parzialmente e in modo obliquo) abbiano fatto sempre più la guerra ai propri alleati che non ai propri nemici ufficiali.
Almeno dal 1956 ad oggi è stato sempre così.

Il pericolo
Con la sola parentesi di Kennedy, la guerra fredda è stata la guerra congiunta di Mosca e Washington contro i rispettivi alleati e se i russi non avessero pisciato fuori dal boccale in Afghanistan non ci sarebbe stato bisogno di modificare in parte il meccanismo, che comunque è ripartito subito, già nel 1994 almeno.
Eric Werner, per proprio conto, è riuscito negli anni Novanta a cogliere un’innovazione interessante a 1984: la necessità dell’oligarchia di tenere le plebi assoggettate tramite l’angoscia di un pericolo esterno (o pandemico) e in un costante sentimento di guerra civile, anche tra sessi.
Serve sempre un pericolo per riunire tutti, tipo l’antisemitismo per gli israeliani.
Così eccoti gli americani lasciar fare a Cuba, fino a sabotare il tentativo degli esuli di rovesciare Fidel perché un pericolo vicino è fantastico per tenere coesa la massa.
Lo stesso schema si ripete nel Pacifico oggi con la Corea del Nord.
Idem i russi con lo spauracchio della Nato, di cui sono sempre stati il vero pilastro, e perfino del “nazismo” in Ucraìna.
Sempre uguali!

grande fratello grande fratello

Voi amate il Grande Fratello
Qualcosa di nuovo sotto il solo c’è: maggior sofisticazione dei mezzi e più rozzezza negli schemi, tanto con il linguaggio binario la gente è ottusa e angosciata già di suo.
Ed è così che in questo momento storico in cui diverse meccaniche portano a nuove contese e a nuove sintesi, le bande di gangsters si muovono – insieme e separatamente, alleate e rivali – mentre la massa viene schiacciata affinché non sia permesso a chi è stato vinto ma è redivivo (Europa e Giappone) di far leva su di un popolo.
Se non c’è centralità e sintesi, se si accetta di stare da questa o da quella parte di una barricata sostanzialmente immaginaria e approntata all’uopo, non si fa di certo popolo e neppure avanguardia.
E così, aderendo acriticamente, pedissequamente e facinorosamente a qualsiasi “polarizzazione” della stupidità binaria (Covid, vaccini, Russia, Nato) e rifiutandosi rabbiosamente di vedere come queste (sia la A che la B) siano false, traballanti e negate dalla realtà almeno tanto quanto sono riaffermate dalla propaganda, si ama e si serve sempre e solo il Grande Fratello.
Magari citando Orwell e piagnucolando in nome della democrazia.

Gabriele Adinolfi