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Canone Rai. ADUC: “Il delirio di una imposta assurda, autonomie regionali e campagna elettorale”

E' iniziato con queste parole l'intervento con il quale, Vincenzo Donvito Maxia dell'Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori (ADUC), ha trattato il delicato tema del "Canone Rai" sul sito ufficiale dell'Associazione.

“Entro fine anno il Governo che verrà dovrà decidere come riscuotere l’imposta per il possesso di un apparecchio tv con antenna per la ricezione del digitale terrestre, il cosiddetto canone”.

E’ iniziato con queste parole l’intervento con il quale, Vincenzo Donvito Maxia dell’Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori (ADUC), ha trattato il delicato tema del “Canone Rai” sul sito ufficiale dell’Associazione.

Maxia, proseguendo, ha specificato come non vi sia ancora stato un confronto, a livello istituzionale, sulle future modalità di riscossione ma solamente una raccolta mediatica di opinione, anche di valore istituzionale.

“Secondo alcuni sembra che le Regioni a Statuto speciale non vorrebbero far pagare il canone. Aspettativa logica da parte di chi è abituata ad essere considerata speciale per la propria presunta diversità. Ma la specialità della propria regione è prerogativa di ogni amministratore regionale e, perché non cogliere un’occasione del genere… ora poi, in campagna elettorale, non ci stupiremmo che gli aspiranti alla vittoria in specifici collegi lanciassero anche anche questa promessa” ha proseguito l’Associazione a tutela dei Consumatori.

Successivamente, l’ADUC ha specificato come gli uffici regionali dell’Autorità delle Comunicazioni (Coreom) di Veneto e Lombardia abbiamo asserito: “La regionalizzazione dei servizi di telecomunicazione e radiotelevisivi è possibile. Esistono non solo le basi giuridiche, ma ci sono i presupposti tecnici e tecnologici […]. Le Regioni possono attivare stante la normativa vigente contratti di servizio con la Rai. I presupposti giuridici, comunque, ci sono e ciò che serve è la volontà di affrontare, anche attraverso la stesura di leggi regionali ad hoc, l’argomento”. Con l’Associazione che ha poi ricordato come altrettanti presupposti ci potrebbero essere per vari enti locali: quartiere, comune, provincia, comunità montana, etc.

“Insomma, il canone Rai è terreno di conquista del consenso facendo pagare chi ha gli amministratori “più distratti” rispetto a quelli “più capaci”, ché comunque le spese Rai ci sono e vanno pagate, in ipotesi dai residenti in: Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria. Tutti gli atri… gratis. W l’Italia. Forse è il caso che si metta mano alle ipotesi di privatizzazione Rai, già previste da un referendum, e quindi verso l’abolizione di questa imposta che, allo stato, viene elargita con abuso di posizione dominante da parte di Rai verso tutte le altre tv (in concorrenza sul mercato pubblicitario con Rai che, in più percepisce il canone)” ha infine concluso Vincenzo Donvito Maxia dell’ADUC.

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