Il “principino” sul palco del Teatro Sociale, il “Chiello” in collegamento da Los Angeles. Due delle bandiere juventine degli ultimi anni, protagoniste del ciclo vincente dei nove scudetti consecutivi, hanno intrattenuto il pubblico raccontando dei loro “Momenti di gloria” in campo nazionale e internazionale, del nuovo progetto di comunicazione avviato insieme (“Mate”), del futuro post carriera e di molto altro, ricevendo tanti applausi dalle persone presenti in sala, che ne hanno apprezzato non solo le qualità in campo, ma anche l’impegno e la professionalità nella vita di tutti i giorni.
Una scatola sul palco evoca dolci ricordi al “principino”, entrato a far parte della famiglia bianconera nel 1993 e all’interno di essa diventato grande, fino a vincere tanti trofei. Il primo oggetto estratto dalla giornalista Fabiana Della Valle è la maglia numero 8 con lo scudetto cucito sul petto.
“Gli anni più difficili e importanti sono stati però quelli dell’adolescenza, dove avevo anche pensato di mollare tutto – ha detto Marchisio – Per realizzare il proprio sogno non basta avere fortuna o talento, ma avere gli insegnanti giusti nella vita, come io ho avuto in mia mamma”.
Dalla sua casa di Los Angeles si collega Chiellini. Nella Mls americana sta vivendo gli ultimi momenti da calciatore, con più leggerezza e meno pressioni. Un mondo completamente diverso dal calcio italiano. L’ultima (probabile) tappa della sua grande carriera prima di una nuova avventura, magari alla Juve. “A Natale torno e saluto tutti, poi vediamo cosa succede. Seguo sempre la squadra, così come la nazionale. Sto soffrendo come tutti i tifosi juventini, ci vuole pazienza”.
Le gioie più grandi? Per entrambi il primo dei nove scudetti, conquistato nel 2012. Il rammarico comune riguarda la Champions mai vinta, con Chiellini che ha dovuto saltare per infortunio la finale del 2015 a Berlino.
Il racconto spazia dagli anni bui (la retrocessione in serie B post Calciopoli e i due settimi posti in campionato) fino alla magnifica striscia vincente di 9 successi consecutivi, record assoluto nel campionato italiano.
La nazionale ha regalato gioie e dolori, dalla vittoria dell’ultimo Europeo ai due mondiali mancati. Marchisio prova a interpretare il triste momento del calcio nostrano. “Ci lamentiamo che la nazionale non ha grandi campioni, ma questo è anche perché le grandi squadre italiane puntano poco sui nostri giocatori, preferendo stranieri che poi magari si dimostrano meno forti”.
Chiellini si scollega, deve correre ad allenamento. Il Los Angeles Fc chiama.
La scena è tutta per Marchisio che ripercorre l’ultima parentesi allo Zenit San Pietroburgo, il lockdown che gli ha fatto scoprire il piacere di stare con la famiglia, l’importanza dei calciatori (e non solo) di esporsi su temi di attualità e il continuo bisogno di fare sport, anche dopo una carriera ricca di soddisfazioni.